Camusso dà la stoccata: Basta fantasie e annunci”
E dalla sala gremita della Camera del Lavoro parte lo slogan: «Vinciamo a Milano per vincere in Italia». INTERCETTATA all’ingresso della sala, immancabile sigaretta in bocca, il segretario della Cgil non risparmia bordate a 360 gradi. Contro il ministro dell’Economia, appunto, sulla sua presa di posizione sui controlli fiscali «vessatori» alle imprese; contro la Fiat «sempre più americana»; contro la proposta di modifica della Costituzione: «Eversiva»; contro la politica energetica del governo: «Una non politica». Tremonti, dunque. «Dopo averci detto per lungo tempo che non ci sarebbe stata nessuna manovra di aggiustamento incalza , va in audizione in Commissione alla Camera e dice che occorre farla. Dopo aver detto che la riforma fiscale era un’occasione per la campagna elettorale prossima, adesso dice che riguarda l’imposizione fiscale delle imprese. Non è più sopportabile continuare a vivere di annunci». Nel merito il segretario della Cgil chiede una riforma fiscale che sia «leva indispensabile per rimettere in moto la crescita». E’ il lavoro nel suo complesso, quindi aziende e dipendenti, ragiona la Camusso, ad aver subito l’aumento della pressione fiscale, e quindi a dover essere alleggerito, spostando il peso «sulla finanza e sulle rendite». MA NON È SOLO Tremonti l’obiettivo delle frecciate. Chi propone di rivedere l’articolo uno della Costituzione togliendo il riferimento al lavoro come fondamento della nostra Repubblica, per esempio, «non solo offende la storia del nostro Paese», ma offende anche la democrazia che ha nell’equilibrio dei poteri «la sua norma fondamentale». «Lesiva della democrazia» è anche la scelta del governo sul nucleare, «inventando» un emendamento all’ennesimo omnibus «per evitare il referendum abrogativo del 12 e 13 di giugno». Il problema, aggiunge, «è che non esiste un piano energetico in Italia». DELL’ACCORDO raggiunto da Fiat per salire al 46% di Chrysler, infine, Camusso dice che «è la conferma ulteriore dello spostamento di orientamento di Fiat». Anzichè presentare un piano compiuto per Fabbrica Italia, lo annuncia «pezzetto per pezzetto, probabilmente subordinato a quanto avviene negli Usa». È «diverso» il discorso sulla ex Bertone, perchè quella è «un’azienda rilevata dall’amministrazione controllata, sulla quale la Fiat ha assunto impegni governo e lavoratori».
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