by Editore | 13 Aprile 2011 7:25
CAGLIARI – La tragedia si ripete. Con le stesse modalità , gli stessi protagonisti, le stesse vittime. Questa volta, solo per un caso, con un carico di dolore meno pesante. A distanza di due anni dall’incidente che costò la vita a tre operai, la Saras di Sarroch, la raffineria della famiglia Moratti a venti chilometri da Cagliari, è di nuovo teatro di una sciagura sul lavoro. Due dipendenti di un’impresa d’appalto siciliana, la Star Service di Catania, lunedì sera sono stati investiti da un getto di idrogeno solforato mentre bonificavano uno degli impianti di combustione dei gas residui del petrolio. Uno dei due, Pierpaolo Pulvirenti, 23 anni, di San Giovanni Galerno frazione di Catania, è morto poco prima dell’alba all’ospedale Ss. Trinità di Cagliari, dove era stato ricoverato in fin di vita dopo una difficilissima rianimazione dei medici del 118. Un suo compagno di 23 anni, Gabriele Serrano, anche lui siciliano di Augusta, colpito leggermente dalla nube tossica non corre pericolo di vita. All’ospedale è arrivato in stato confusionario, ma ancora cosciente e vigile. Nessun timore, invece, per un terzo lavoratore, Luigi Catania, 25 anni, di Siracusa, caduto da una scala mentre tentava di prestare soccorso ai compagni. Se l’è cavata con la frattura di una gamba e un trauma cranico. I tre operai stavano lavorando su una delle piattaforme che circondano la colonna alta dieci metri dell’impianto Dea che estrae lo zolfo dai gas di raffinazione del petrolio. Il loro compito era di levare uno dei tappi di accesso alla colonna, entrarvi dentro e ripulire i filtri. L’area, secondo le procedure di sicurezza, doveva già essere bonificata dai gas e non in pressione. Ma evidentemente, come nella tragedia in cui due anni fa, l’intervento di manutenzione è cominciato prima del previsto e probabilmente senza il via libera della sicurezza. Una bolla di idrogeno solforato, un gas altamente tossico anche a basse concentrazioni, ha investito in pieno Pierpaolo Pulvirenti e fortunatamente solo in maniera marginale Gabriele Serrano. Le condizioni del primo lavoratore sono apparse da subito disperate. I soccorritori del 118 sono riusciti a recuperare il suo battito cardiaco ma il trasporto in elicottero e le cure dei medici della rianimazione non sono bastati a salvarlo. La Star Service, società specializzata nella manutenzione degli impianti di desolforazione, era in Sardegna da nove giorni con la sua squadra di operai e tecnici, tutti siciliani. L’appalto della Saras era quasi di routine. Uno dei tanti. L’intervento all’impianto Dea era appena iniziato e secondo le procedure la bonifica doveva essere già conclusa. I sindacati, che hanno proclamato una giornata di sciopero, sono concordi nel denunciare che qualcosa non ha funzionato nella catena di controllo. La magistratura ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo. L’inchiesta è stata affidata al sostituto procuratore Alessandro Pili che sarà affiancato dal collega Emanuele Secci, il magistrato che ha condotto le indagini sulla tragedia di due anni fa, quando tre operai di un’impresa sarda persero la vita in circostanze analoghe. Il 16 maggio prossimo per questa sciagura compariranno davanti al giudice per il rito abbreviato Gian Marco Moratti, rappresentante legale della Saras, i vertici della raffineria di Sarroch e dell’impresa d’appalto Comesa. La famiglia Moratti ha di recente concluso con i familiari dei lavoratori deceduti un accordo che prevede un risarcimento totale di cinque milioni di euro.
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