by Editore | 28 Aprile 2011 7:23
ROMA – Berlusconi alla carica contro i magistrati anche sul biotestamento. Scarica sulle toghe la necessità di un intervento legislativo su una materia sulla quale, confessa, avrebbe preferito non intervenire. Sul “fine vita”, scrive il premier ai deputati Pdl, «questione sensibile e legata alla sfera più intima e privata, non si dovrebbe legiferare e anch’io la penserei così se non ci fossero tribunali che, adducendo presunti vuoti normativi, pretendono in realtà di scavalcare il Parlamento e usurparne le funzioni». Il Cavaliere esorta i deputati del suo gruppo, chiede «l’impegno» e sollecita la mobilitazione sul più delicato dei temi etici. Quello, non a caso, che sta più a cuore alle gerarchie ecclesiastiche. Scelta forse non casuale alla vigila del voto amministrativo. Ma l’iniziativa di Berlusconi provoca una serie di reazioni a catena nelle file dell’opposizione. Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, passa all’attacco proponendo l’inversione dell’ordine del giorno, ovvero di anticipare l’esame del testo sul biotestamento rispetto agli argomenti di politica estera. Il capogruppo Pd Franceschini chiede invece che si affronti il nodo della Libia dopo le dichiarazioni dei ministri leghisti Calderoli e Bossi. È così che sul ddl sul fine vita si segna da una parte una divisione fra le varie componenti dei democratici. E dall’altra si spacca il Terzo Polo: Fli e Pd votano contro l’inversione dell’odg, l’Udc vota a favore con Pdl e Lega: la proposta di Casini viene approvata dalla Camera. Altri attriti si registrano all’interno dei democratici al momento di votare le pregiudiziali di costituzionalità per fermare la legge sul biotestamento che la maggioranza vuole portare a casa «al più presto». Ci sono stati 225 voti favorevoli, 307 voti contrari e 7 astenuti. Ma 16 cattolici del Pd (ex popolari) guidati da Fioroni, della corrente Movimento democratico, non hanno partecipato al voto manifestando così il loro dissenso rispetto alla linea del gruppo. All’attacco del premier alla magistratura risponde il segretario Pd. «Berlusconi – ha spiegato Pier Luigi Bersani – quando dice che in assenza di una legge decidono i pm, ancora una volta dice una menzogna. Perché non c’è legge che poi non preveda comunque che la magistratura vada a dirimere la complessità dei casi. Qualunque legge, oltre ai danni, produrrebbe un infinito contenzioso nei tribunali». Il provvedimento sul “fine vita” non è stato però discusso. Il dibattito è subito sospeso su richiesta del presidente della commissione Bilancio Giancarlo Giorgetti. Il presidente Gianfranco Fini ha così deciso di fermare le votazioni. Resta da capire quando proseguirà l’esame degli emendamenti, (circa 2000) che potrebbe slittare, come ha ammesso lo stesso presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto, a dopo le elezioni amministrative di metà maggio.
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