Bielorussia, strage nel metrò “È un attentato terroristico”

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Scene di orrore e di sangue vengono raccontate dai pochi testimoni autorizzati a comunicare al telefono con l’estero. I feriti sarebbero almeno un centinaio ma le cifre potrebbero essere, come sempre in questi casi, molto più elevate. La pista ufficiale è quella del “terrorismo interno” dunque dell’opposizione al regime che da almeno dieci anni viene stroncata, pedinata e arrestata senza motivazioni né processi. Lo annunciato con pose tragiche in tv lo stesso Lukashenko rispettando perfettamente il pronostico che poco prima ci avevano fatto difensori dei diritti umani e esuli illustri cacciati dalla Bielorussia: «Daranno la colpa all’opposizione per giustificare un altro giro di vite e dare un senso alla repressione spietata che si è acuita in questi mesi», diceva il politologo Pavel Shermet, bielorusso, opinionista del settimanale indipendente russo Ogonjok. Altri si spingono più in là  avanzando l’ipotesi che l’azione terroristica sia una provocazione dei servizi segreti del governo, che hanno orgogliosamente mantenuto la famigerata sigla di Kgb. Presto per capirci qualcosa mentre la tv bielorussa continua a mandare in onda scene di panico riprese subito dopo l’esplosione nel tardo pomeriggio e racconti concitati e confusi di testimoni e feriti lievi. Nonostante l’apparente similitudine è stato in ogni caso escluso per il momento da tutti che l’attentato possa avere una matrice caucasica come quelli che hanno seminato il terrore a Mosca negli ultimi anni. Di certo c’è che non c’era alcun kamikaze e che probabilmente si è trattato di un ordigno comandato a distanza. Vera o cervellotica che sia, l’ipotesi di una provocazione arriverebbe comunque nel momento giusto. Dopo le manifestazioni di protesta seguite alle elezioni di dicembre, dopo gli arresti in mazza e le centinaia di denunce di sparizione da parte delle famiglie di polititi anti Lukashenko, la Bielorussia sta vivendo una crisi profonda. E non solo politica. Lunghe code si accalcano davanti ai rari uffici cambio per fare incetta di valuta straniera visto il crollo spaventoso del rublo locale e l’aumento dei prezzi che sembra inarrestabile. Il governo ha reagito con altri arresti e con la richiesta di un grosso prestito a Mosca, motivato da «una situazione di forte emergenza». Appello che ieri sera appariva ancora più motivato.


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