Arrigoni, finisce nel sangue il blitz nel covo degli assassini

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GERUSALEMME — Questa volta il Giordano tiene in ostaggio i suoi due complici. I palestinesi sarebbero pronti a trattare, a non dare ascolto allo straniero, a seguire il richiamo dei famigliari e ad accogliere la mediazione di Abel Walid Al Maqdisi, lo sceicco che volevano far liberare dalle carceri di Hamas. Come per Vittorio Arrigoni, ucciso prima che scadesse l’ultimatum, il capo della banda non vuole trattare. Il pomeriggio d’assedio finisce, quando Abdel Rahman Bereitz lancia una granata nella piccola stanza. Da ore sono rinchiusi nel capanno tirato su nel campo rifugiati di Nusseirat, circondati dai poliziotti di Hamas. La ricostruzione è quella del ministero degli Interni e al governo fa gioco mostrare il fanatismo dei salafiti. Dei tre ricercati, sopravvive Mohammed Salfiti che nelle foto diffuse da Hamas indossa il basco delle forze di sicurezza: lui e altri complici erano ancora stipendiati dal ministero degli Interni. Bilal al Omari, l’altro palestinese, è morto per le ferite e Abdel Rahman si sarebbe sparato dopo aver innescato la granata. Adesso il padre del Giordano, 22 anni, racconta all’agenzia Ansa che il figlio aveva lasciato Irbid, nel nord del Paese, e gli studi di ingegneria per andare a Gaza e «approfondire la legge islamica» : «Aiutava i bisognosi, non può essere responsabile dell’omicidio» . Gli uomini di Hamas sono convinti che sia stato lui a organizzare il sequestro e a strangolare Arrigoni con il fil di ferro. La foto segnaletica mostra un ragazzo con la barba folta della devozione, il volantino elenca i nomi che avrebbe usato per muoversi sotto falsa identità  nella Striscia. Sarebbe entrato dal Sinai, dal confine con l’Egitto, attraverso i tunnel scavati sotto la sabbia dai contrabbandieri. «L’assassinio di Vittorio ha voluto dimostrare che il governo non può garantire la sicurezza — spiega all’agenzia Reuters l’analista Hani Habib —. Hamas non ha risparmiato sforzi per trovare ed eliminare questa cellula: voleva prendere i responsabili e voleva farlo in fretta» . Egidia Beretta, madre di Arrigoni, chiede che «i colpevoli paghino ma nel rispetto della vita umana. So che a Gaza vige la pena di morte. Sono contraria e anche mio figlio lo era» . Hamas ha celebrato lunedì i funerali solenni per l’attivista italiano dell’International Solidarity Movement, arrivato nel 2008 con la prima flottiglia di solidarietà  che ha voluto rompere dal mare l’embargo israeliano. La bara avvolta nella bandiera italiana e in quella palestinese è stata coperta di petali di rosa, i soldati hanno onorato il feretro con il saluto militare. La salma arriva oggi in Italia.


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