Alle società  italiane e spagnole l’Oscar per chi produce meno CO2

by Editore | 27 Aprile 2011 6:55

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ROMA – Spagna e Italia prime in Europa davanti ai tedeschi e alla Francia fanalino di coda. I risultati del nuovo indice etico della Environmental Investment Organisation, organismo no-profit con sede in Gran Bretagna, oltre a segnare un nuovo approccio nel calcolare l’impatto delle emissioni di Co2 prodotte dalle prime 300 aziende europee per capitalizzazione, sbattono in coda alla classifica – con pochissime eccezioni – gran parte delle aziende francesi e svizzere. Questa è solo una delle sorprese che emergono scorrendo i dati contenuti nel progetto di Eio. Che stima oltre alle emissioni anche il grado di trasparenza da parte delle multinazionali nella comunicazione di questi dati verso l’esterno, verso media o clienti. E raggruppando le compagnie per paese di origine, si scopre che i più virtuosi sono proprio quelli più a Sud del Vecchio Continente, e quindi Spagna prima e Italia seconda con la Germania al terzo posto. In termini assoluti le prime tre aziende in classifica sono Aviva (Gran Bretagna), Aegon (Olanda) e Banco Popular (Spagna) mentre i primi dieci marchi italiani con meno emissioni risultano essere Ubi banca, Monte dei Paschi, Intesa-San Paolo, Finmeccanica, Unicredit, Telecom Italia, Fiat, Saipem, Terna e Stmicroelectronics. Eio (http://www.eio.org.uk), per poter giungere ad una comparazione omogenea, ha suddiviso il proprio lavoro due parti: la prima, classifica le compagnie su scala nazionale, regionale e globale in base al livello di intensità  delle emissioni, al relativo livello di comunicazione dei dati, tramite i propri rapporti di sostenibilità  e alla verifiche effettuate da organi indipendenti. Nella seconda parte dello studio, le compagnie vengono valutate non solo in base al loro valore di mercato ma anche a seguito della loro posizione nel ranking di riferimento. E questo per permettere un confronto il più possibile equo anche tra aziende che operano in settori più o meno energivori. Saipem, ad esempio, si piazza all’83 esimo posto nella graduatoria generale. Ma se si scorre la classifica del settore “energia” risulta essere al secondo posto dietro Amec (Gb), mentre Eni conquista la nona piazza assoluta. Se si considerano le performance cumulate dei Paesi di origine delle multinazionali, il primo posto va alla Spagna che prevale sul resto d’Europa: il 92% delle compagnie iberiche pubblicano, infatti, dati completi e il 77% sono completi e verificati. L’Italia, al secondo posto con l’89% di informazioni complete e il 72% complete e verificate. La Germania è al terzo posto con l’83% di dati forniti dalle compagnie, il 40% sono completi e verificati. Seguono i Paesi scandinavi (l’80% e 39%), Gran Bretagna (76% completi e 44% completi e verificati), Benelux (64% e 39%), Svizzera (62% e 27%) con l’ultima piazza della Francia, con solo il 60% di dati e il 40% di informazioni complete e verificate. Con questo indice Eio si propone di creare una forte pressione sul prezzo delle azioni e conseguentemente fornire incentivi alla riduzione dell’intensità  delle emissioni da parte delle prime 300 multinazionale europee.

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