by Sergio Segio | 5 Aprile 2011 10:24
ROMA – Nel 2010 la quota di popolazione di 11 anni e più che ha consumato almeno una bevanda alcolica durante l’anno è pari al 65,7% (35 milioni e 261 mila persone), in diminuzione rispetto al 2009 (68,5%); il 26,3% della popolazione (14 milioni 126 mila persone) beve alcolici quotidianamente, mentre il 38,4% ha consumato alcol almeno una volta fuori dai pasti. Lo rivela l’Istat, nel rapporto annuale “L’uso e l’abuso di alcol in Italia”.
La quota di persone di 14 anni e più che bevono alcolici, stabile intorno al 70% negli ultimi 10 anni, nel 2010 è scesa al 67,6%, soprattutto per il calo dei consumatori occasionali (dal 42,5% del 2009 al 40,5% del 2010).
Beve vino il 53,3% delle persone di 11 anni e più, birra il 45,9% e aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori il 39,9%; beve vino tutti i giorni il 24,1% e birra il 4,3% della popolazione di riferimento. Negli ultimi 10 anni tra i giovani sono aumentati i consumatori occasionali, quelli che bevono fuori pasto e di chi consuma altri alcolici oltre a vino e birra, mentre si sono ridotti i consumatori giornalieri e quelli che bevono solo vino e birra.
Nel complesso i comportamenti a rischio nel consumo di alcol (consumo giornaliero non moderato), binge drinking (sei o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione) e consumo di alcol da parte dei ragazzi di 11-15 anni) riguardano 8 milioni e 624 mila persone, il 16,1% della popolazione di 11 anni e più. Tale quota appare stabile nel tempo.
La popolazione più a rischio di consumo non moderato è quella anziana: si tratta di 2 milioni e 915 mila persone di 65 anni e più (il 43,5% dei maschi e il 10,6% delle femmine), i quali consumano alcol quotidianamente eccedendo le raccomandazioni, spesso mantenendo comportamenti acquisiti nel corso della vita, non consapevoli degli aumentati rischi per la salute dovuti all’avanzare dell’età .
La popolazione più a rischio di binge drinking è quella giovanile (18-24 anni): si tratta di 698 mila persone, il 16,6% dei giovani, con un rapporto tra maschi e femmine pari a tre. Questo comportamento spesso si verifica durante momenti di socializzazione. Il 13,6% dei ragazzi di 11-15 anni (392 mila persone) consuma alcol, comportamento già a rischio in sé, ma ancora più grave perché pone le basi per possibili consumi non moderati nel corso della vita. Tra i giovani di 18-24 anni che frequentano assiduamente le discoteche i comportamenti di consumo di alcol a rischio sono più diffusi (33,9%) rispetto ai coetanei che non vanno in discoteca (7,2%).
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Alcol: oltre otto milioni i bevitori a rischio, soprattutto anziani e adolescenti
Rapporto Istat. Diminuisce la quota di anziani che consumano alcol in modo non moderato: dal 49,8% al 44,3% per gli uomini e dal 13% all’11,4% per le donne. Tra i giovani il binge drinking riguarda il 23,3% dei maschi e il 9,9% delle femmine
ROMA – Nel 2010 le persone di 11 anni e più con almeno un comportamento a rischio sono 8 milioni e 624 mila, di cui 6 milioni e 589 mila maschi e 2 milioni 36 mila femmine. E’ quanto rivela il rapporto annuale dell’Istat “L’uso e l’abuso di alcol in Italia”, relativo al 2010. Il consumo giornaliero non moderato riguarda il 14,3% degli uomini e il 3,6% delle donne. Il binge drinking riguarda il 13,4% degli uomini e il 3,5% delle donne.
Le fasce di popolazione in cui i comportamenti a rischio sono più diffusi sono gli anziani di 65 anni e più (il 44,3% degli uomini contro l’11,4% delle donne), i giovani di 18-24 anni (il 24,6% dei maschi e 10% delle femmine) e gli adolescenti di 11-17 anni (il 14,5% dei maschi e il 10,2% delle femmine). Il modello di consumo degli anziani è di tipo essenzialmente tradizionale, caratterizzato cioè dal bere vino durante i pasti. Per questo motivo, in queste fasce di popolazione il tipo prevalente di comportamento a rischio è pressoché coincidente con un consumo giornaliero non moderato, soprattutto durante il pasto (63,7% degli uomini e 83,9% delle donne). La presenza molto elevata di anziani tra i consumatori a rischio va anche messa in relazione alla possibile ignoranza da parte di questo segmento di popolazione della quantità di alcol da consumare senza incorrere in rischi per la salute.
Gli anziani probabilmente mantengono comportamenti acquisiti nel corso della vita, non consapevoli degli aumentati rischi per la salute all’avanzare dell’età . Infatti, le unità alcol considerate a rischio sono superiori alle 4 per i maschi e superiori alle 2 per le femmine fino a 64 anni, e si abbassano a più di 1 dai 65 anni in poi. È comunque importante sottolineare il trend discendente che si osserva negli ultimi anni della quota di popolazione di 65 anni e più con un consumo giornaliero non moderato di bevande alcoliche (più di 1 unità al giorno). Infatti, tra il 2003 e il 2010 tale quota passa dal 49,8% al 44,3% per gli uomini di 65 anni e più e dal 13% all’11,4% per le donne della stessa età .
I giovani di 18-24 anni rappresentano il segmento di popolazione, dopo gli anziani, in cui la diffusione di comportamenti a rischio è più alta. In particolare, il modello di consumo dei giovani vede un elevato peso del binge drinking (23,3% dei maschi e 9,9% delle femmine), che rappresenta la quasi totalità del rischio complessivo.
L’Oms raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni: per questo, nei giovani di 11-15 anni viene considerato un comportamento a rischio il consumo anche di una sola bevanda alcolica durante l’anno. In quest’ottica, le quote di popolazione a rischio sono molto rilevanti e con differenze di genere meno evidenti che nel resto della popolazione: tali quote, infatti, sono pari al 15,2% dei maschi e al 12% delle femmine. Anche tra i ragazzi di 16-17 anni il quadro della diffusione di comportamenti di consumo a rischio è piuttosto critico, interessando il 13% dei ragazzi e il 5,8% delle ragazze. Inoltre, già a questa età il binge drinking raggiunge livelli prossimi a quelli medi della popolazione.
Dal punto di vista territoriale, i comportamenti a rischio risultano maggiormente diffusi nella popolazione residente nel Nord-est e nel Nord-ovest, mentre nelle isole la percentuale si riduce notevolmente. I comportamenti a rischio risultano più diffusi nei piccoli comuni fino a 2 mila abitanti e si riducono al crescere della dimensione demografica del comune di residenza.
Analizzando i comportamenti a rischio e mettendo a confronto le regioni, se da un lato nelle ripartizioni centrale e meridionale il dato è inferiore a quello medio nazionale, in alcune regioni come Molise, Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Toscana si hanno quote di popolazione a rischio sopra la media. I comportamenti a rischio rispetto al 2009 presentano variazioni significative solo nel caso del binge drinking, la cui quota aumenta di 0,7 punti percentuali. Questo incremento è dovuto in gran parte ad alcuni incrementi significativi in alcune regioni come il Trentino-Alto Adige (dal 14,1% al 16,7%), la Toscana (dal 6,2% all’8,2%) e l’Abruzzo (dall’8,4% al 12,6%).
Tra chi frequenta assiduamente (più di 12 volte nell’anno) le discoteche, la quota di quanti dichiarano un comportamento di consumo a rischio è nettamente più alta. Tra i maschi, sono il 39% (rispetto al 23,7% di coloro che non vanno in discoteca), mentre tra le donne tali quote sono, rispettivamente, il 16,8% e il 6,2%. Il fenomeno riguarda soprattutto i giovani e gli adulti fino a 44 anni. Se si prendono in considerazione le sole ubriacature per i giovani di 18-24 anni, queste riguardano il 41,7% degli uomini che vanno in discoteca assiduamente (contro il 10,9% di quelli che non ci vanno) e il 20% delle donne (contro il 3,6%).
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Otto uomini su dieci consumano alcol
Rapporto Istat. Molto elevate le differenze di genere: il 78,9% degli uomini di 11 anni e più consuma alcol, mentre le donne consumatrici sono il 53,4%. I consumatori giornalieri scelgono soprattutto il vino
Roma – Molto elevate sono le differenze di genere nel consumo di alcol. E’ quanto rivela l’annuale rapporto Istat “L’uso e l’abuso di alcol in Italia”, relativo al 2010. Il 78,9% degli uomini di 11 anni e più consuma alcol, in particolare vino, birra e altri alcolici come aperitivi, amari e superalcolici, mentre le donne consumatrici sono il 53,4%: anche per loro il vino è la bevanda alcolica più diffusa, seguita da birra e altri alcolici. I consumatori giornalieri di alcol scelgono prevalentemente il vino: il 35,3% degli uomini e il 13,7% delle donne. Per la birra le percentuali scendono rispettivamente al 7,5% e all’1,3%. Residuale è il consumo quotidiano degli altri tipi di alcolici (1,4% dei maschi e 0,2% delle femmine).
Il consumo di alcol riguarda soprattutto gli adulti. In particolare, nella popolazione tra i 25 e i 74 anni circa tre persone su quattro dichiarano di aver consumato alcol nell’anno considerato. Tra gli uomini la quota è almeno pari all’81%, mentre per le donne non supera il 60%. Rilevante appare la quota dei ragazzi di 11-15 anni che ha assunto alcolici negli ultimi 12 mesi: 15,2% dei maschi e 12% delle femmine. Già a partire dai 18-19 anni i valori di consumo sono prossimi alla media della popolazione (76% dei maschi e 59,8% delle femmine). Il consumo giornaliero cresce fortemente all’aumentare dell’età : tra i minorenni è dell’1,6% per i maschi e sotto lo 0,9% tra le femmine, cresce progressivamente e raggiunge il massimo tra i 60-74 anni, con percentuali intorno al 59% per gli uomini e al 24% per le donne. A livello territoriale, il consumo di alcol è più diffuso nel Centro-nord, soprattutto nel nord-est, in particolare tra i maschi. In modo analogo si distribuiscono i consumatori giornalieri, con una quota nel nord-est del 28,6%. Considerando l’ampiezza demografica dei comuni, sia la quote di consumatori nell’anno, sia quella dei consumatori giornalieri sono più alte nei piccoli comuni fino a 2 mila abitanti.
Tra le persone di 25 anni e oltre, la quota di consumatori nell’anno di bevande alcoliche aumenta al crescere del titolo di studio. Ciò avviene soprattutto per le donne: se tra quelle con al massimo la licenza elementare il 45% consuma alcol, per le laureate la quota raggiunge il 68,9%. Le differenze di genere, pur permanendo, diminuiscono all’aumentare del titolo di studio. Andamento inverso ha, invece, quello del consumo quotidiano, che risulta crescente al diminuire del titolo di studio, sia per gli uomini, che tra le donne.
L’abitudine di consumare bevande alcoliche al di fuori dai pasti riguarda 13 milioni e 430 mila persone di 11 anni e più. Vi sono evidenti differenze di genere: poco meno di un uomo su due consuma alcol anche fuori dal pasto (46,7%), mentre per le donne la proporzione scende a circa una su quattro (26,9%). Considerando le classi d’età , le differenze di genere sono minime tra i giovani fino a 24 anni, crescono rapidamente con l’età e arrivano al massimo tra i 60-64enni (38% per gli uomini contro 13,8% per le donne).
A livello territoriale, la quota maggiore di consumatori fuori pasto è del 57,8% per gli uomini residenti nel Nord-est, con picchi di circa il 70% in Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. Per le donne, la maggiore diffusione si ha sempre nel Nord-est (33,4%), con un picco del 46,7% in Trentino-Alto Adige. Inoltre, il consumo fuori pasto risulta più diffuso nei piccoli comuni tra 2 mila e 10 mila abitanti, dove interessa il 52,2% tra gli uomini e il 29,1% tra le donne. La quota di coloro che consumano alcolici fuori dal pasto cresce con il titolo di studio, sia per gli uomini che per le donne, ma per queste ultime il divario è maggiore: il rapporto tra le meno istruite (10,5%) e le laureate (36,1%) è quasi di uno a quattro. Il consumo fuori dai pasti è più elevato tra i giovani.
Nel 2010 le persone di 11 anni e più che hanno l’abitudine di consumare bevande alcoliche fuori dai pasti con frequenza almeno settimanale sono 3 milioni 523 mila. Questa consuetudine è diffusa, in particolare, tra i giovani di 18-24 anni, interessando il 20,8% dei maschi e il 10,1% delle femmine. Il numero di bicchieri di bevande alcoliche mediamente consumate settimanalmente fuori dai pasti è pari a 5,1 (5,6 per i maschi e 3,2 per le femmine). Considerando anche la classe d’età questo dato è rilevante solo per gli uomini a partire dai 45 anni (6 e più bicchieri in media a settimana) anche se la quota di consumatori settimanali fuori dai pasti in questo gruppo d’età è al di sotto della media dei maschi (10,8%). Se si rapporta il numero medio di bicchieri fuori pasto a settimana a quello complessivo settimanale risulta che l’incidenza del fuori pasto è superiore all’80% per i giovani fino a 24 anni e pari a circa il 90% per le ragazze della stessa età , dato questo che conferma come il modello di consumo dei giovani sia distante da quello tradizionale basato sul consumo a pasto.
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Giovani e donne: l’alcol si consuma sempre più fuori dai pasti
Rapporto Istat. Tra il 2000 e il 2010 il numero di donne che consuma bevande alcoliche fuori dai pasti registra un incremento del 25%. E sale anche la quota degli adolescenti: da 14,5% a 16,9%. Stabile il binge drinking
Roma – Si beve sempre di più fuori dai pasti. E’ quanto rivela l’annuale rapporto dell’Istat “L’uso e l’abuso di alcol in Italia”, relativo al 2010. Prosegue dunque il cambiamento di lungo periodo del modello di consumo tradizionale, basato sulla consuetudine di bere giornalmente vino durante i pasti. Quote crescenti di popolazione, infatti, bevono alcolici al di fuori dai pasti e aumenta il consumo non quotidiano. Il cambiamento è ancora più evidente tra le donne: infatti, tra il 2000 e il 2010 il numero di donne che consuma bevande alcoliche fuori dai pasti registra un incremento del 25,1% (contro il 15% dei maschi), mentre decresce del 17,4% (contro il -11,8% dei maschi) quello di consumatrici giornaliere.
Il cambiamento nel modello di consumo risulta più evidente tra i giovani di 14-24 anni e gli adulti fino a 44 anni, soprattutto donne. Il cambiamento di abitudini riguarda non soltanto la frequenza e le circostanze di consumo, ma anche il tipo di bevande consumate. Diminuisce chi consuma solo vino e birra e aumenta chi consuma anche altri alcolici, come aperitivi, amari e superalcolici. I cambiamenti nel tipo di bevanda assunta riguardano i giovani fino a 24 anni e, in misura minore, gli adulti di 25-44 anni.
Non solo cresce tra i giovani il consumo di alcolici fuori pasto, ma, dal 2003, la quota di coloro che sono coinvolti nel binge drinking (il consumo di sei o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione) è ormai un dato stabile. Particolarmente a rischio sono i minorenni, in quanto la capacità di metabolizzare adeguatamente l’alcol dipende anche dallo sviluppo fisico complessivo. Anche se i cambiamenti in atto nelle modalità di consumo dei giovani sono più evidenti tra i 18-24 anni, non va sottovalutata la forte crescita del consumo di alcol fuori pasto tra gli adolescenti: se nel 2000 consumava alcolici fuori pasto il 14,5% dei 14-17enni, nel 2010 la quota si attesta al 16,9%. Il consumo di alcol fuori pasto cresce maggiormente per le ragazze (dal 12,2% al 14,6%), ma rimane più diffuso tra i maschi, per i quali passa dal 16,8% al 19,1%.
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