Aiuti allo sviluppo record nel 2010, ma il futuro è grigio

by Sergio Segio | 6 Aprile 2011 16:05

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BRUXELLES – Una cifra record e poco altro. L’aiuto da parte dei paesi del Cas, il Comitato d’aiuto allo sviluppo dell’Ocse, ha raggiunto nel 2010 una nuova vetta di 129 miliardi di dollari, il 6,5% in più rispetto all’anno precedente. Una buona notizia, che però è anche l’unica. Il volume rappresenta infatti solo lo 0,32% del Pil dei paesi interessati, meno di quanto prevedevano gli obiettivi indicati dal G8 al vertice di Gleneagles del luglio 2005 e da quelli fissati dalla Ue per rispettare gli impegni del Millennio (per la vecchia Unione europea a 15 si doveva arrivare allo 0,51% del Pil, si sono fermati intorno allo 0,46%).

Oltre a ciò, il futuro appare molto grigio. L’Ocse rileva infatti delle tendenze “preoccupanti” nei fondi dei paesi ricchi per quelli poveri. Secondo un’indagine di questa organizzazione “la maggior parte dei donatori si prefiggono di aumentare il loro aiuto nel corso dei prossimi tre anni, ma ad un ritmo nettamente ridotto”. Lo studio prevede un aumento del 2% da qui al 2013, contro l’8% medio degli ultimi anni. In questo quadro da freno a mano tirato, peggio andrà  a chi sta peggio, ossia all’Africa. L’aiuto per il questo continente “dovrebbe aumentare solo dell’1% all’anno in termini reali, contro un 13% in media negli ultimi 3 anni”. “A questo ritmo – rileva l’indagine dell’Ocse – l’aiuto supplementare versato ai paesi africani aumenterà  meno rapidamente della crescita della popolazione”. In sostanza diminuirà  l’aiuto pro capite.

La crisi economica influisce sicuramente su questa dinamica, ma non è una scusa che regge. Basta fare un esempio che guarda alle ultime posizioni dei paesi donatori. La Grecia, finita l’anno scorso nel tracollo finanziario, ha visto i suoi aiuti crollare del 16,2%, ma anche così continua a donare, in percentuale rispetto al Pil, più dell’Italia. Nella classifica dei donatori il Belpaese si conferma penultimo con una riduzione nel 2010 dell’1,5%, che fa seguito ad una brutale del 32% nel 2009. In relazione al Pil Roma è ferma allo 0,15% (Atene allo 0,17%), molto lontano dall’obiettivo dello 0,51%. Peggio fa solo la Corea del sud con lo 0,12%, ma il sorpasso di Seoul potrebbe arrivare presto visto che il governo coreano ha fatto registrare l’anno scorso un aumento del 25,7% degli aiuti.

Gli unici paesi che forniscono un aiuto al di sopra dell’obiettivo delle Nazioni unite di un aiuto di almeno lo 0,7% del Pil sono Norvegia, Lussemburgo, Svezia, Danimarca e Olanda, con il Belgio un gradino sotto, allo 0,64%. In termini assoluti i maggiori donatori sono invece Stati uniti, con 30, 15 miliardi di dollari, Gran Bretagna, 13,76; Francia, 12,92, Germania, 12,72, e Giappone con 11,05 miliardi. L’Italia che ha un Pil di poco inferiore a quello francese ha versato la bellezza di 3,11 miliardi di dollari.

Chi ha invece deciso invece di metter mano al portafoglio, facendo registrare i maggiori aumenti tra il 2009 ed il 2010, è il Portogallo, che pure ha attraversato una dura crisi economica, che quest’anno sarà  ancora peggiore. Lisbona ha fatto lievitare i suoi aiuti del +31,5%, davanti a Corea del Sud, +25,7%, Gran Bretagna, 19,4%, Belgio, 19,1%, Canada, 12,7%, Australia, 12,1%, e Giappone con un aumento dell’11,8%.

 

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