25 aprile: a Lampedusa da CGIL fiori ai “morti senza nome”

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Un’iniziativa singolare voluta da Antonio Riolo, della segreteria regionale Cgil Sicilia, venuto a Lampedusa perche’ “queste persone sono morte per fame e liberta’”. “Lampedusa – ha detto Riolo- non e’ un baluardo nel Mediterraneo, come dicono in tanti, ma diventata una finestra di entrata e di uscita da un posto all’altro”. Presenti alla commemorazione anche Pietro Milazzo, responsabile immigrazione della Cgil Sicilia e dua rappresentanti della Cgil di Brescia. Per deporre i fiori ai ‘morti senza nome’ Riolo ha dovuto chiedere un mazzo di orchidee alla Chiesa di Lampedusa “perche’ – spiega neppure oggi e’ arrivata la nave dal Porto Empedocle a causa del brutto tempo e nn sono arrivati neppure i fiori, quindi ho chiesto al parroco di darmi un mazzo di fiorni per i morti che non hanno mai avuto un nome e sepolti a Lmqapedusa. Il 25 aprile e’ l’occazione per ricordare chi muore per affrancarsi dall’oppressione”.


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In questi giorni gli albanesi di tutto il mondo festeggiano i 100 anni dell’indipendenza del loro paese dall’Impero ottomano, avvenuta il 28 novembre 1912, quando è stata alzata a Valona la bandiera rossa con l’aquila a due teste. Bandiera che è sventolata in varie città  italiane dove le comunità  immigrate albanesi sono numerose: secondo l’ultimo rapporto Caritas gli albanesi in Italia sono circa mezzo milione, secondi soltanto agli stranieri provenienti dalla Romania. Si moltiplicano le iniziative di incontro e di conoscenza reciproca mentre i contatti con il nostro paese sono intensi a livello culturale ed economico, come appunto dimostrano queste giornate segnate da mostre, conferenze, dibattiti organizzati da comuni, università  e vari enti.

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