Winfried, il «prof noioso» che guida i Verdi alla riscossa
BERLINO— Il nuovo slogan, storpiando Churchill, della politica tedesca: «Chi non è Verde a vent’anni non ha cuore, e chi non è Verde a trent’anni — e a cinquanta e a settanta — non ha cervello» . Già , perché la vittoria di domenica dei Grà¼nen nelle elezioni del Land del Baden Wà¼rttemberg (e in quelle meno importanti della Renania Palatinato) è la fotografia della nuova struttura politica tedesca: non sono solo i giovani a votare ambientalista; una società che invecchia ha anzi creato un nuovo partito popolare di marca ecologista, che prospera e minaccia il dominio dei due tradizionali, il cristiano-democratico (Cdu) e il socialdemocratico (Spd), che arrancano. Il grande vincitore del Baden Wà¼rttemberg — Stato ricco e industriale fino al midollo, sede della Mercedes, della Porsche, della Bosch —, l’uomo che ha guidato i Verdi, è l’incarnazione di questo fenomeno che sta terremotando la Germania politica. Non porta scarpe da tennis, non gira con maglioni larghi, e a dire il vero non infiamma nemmeno le platee. Le platee, piuttosto, Winfried Kretschmann, le fa sbadigliare: discorsi professorali, di livello alto che nobilita la politica ma dalla verve da direttore di banca in un paesino della Foresta Nera, diceva ieri un giornale tedesco. Bene, questo signore di 62 anni con i capelli grigi a spazzola, con gli occhiali dalla montatura sottile, sposato da 36 anni con un’insegnante elementare, tre figli adulti, amante della montagna, membro del coro della parrocchia è diventato la faccia dei Verdi tedeschi che vincono, il simbolo del nuovo centro politico, un po’ più a sinistra della Cdu e più a destra della Spd, se sinistra e destra sono categorie compatibili con l’ecologia che diventa partito. Kretschmann, un ex insegnante di biologia, etica e chimica, ebbe in realtà in gioventù una stagione romantica. Breve ma maoista. Lasciò però presto i gruppi extraparlamentari, «troppo autoritari» . «Dall’estremismo di sinistra sono guarito» , dice. Meglio i Verdi, sin dalla nascita del partito, 1980. E da subito, da oltre vent’anni, convinto che il destino dei Grà¼nen non sia necessariamente l’alleanza con la sinistra: la sua porta è aperta per un incontro futuro con i cristiano democratici, che con Angela Merkel sono meno chiusi alle istanze del movimento verde, nucleare a parte. È questo l’uomo destinato a diventare il primo ministro-presidente verde di un Land tedesco. Governerà alla guida di un’alleanza con la Spd, probabilmente suo malgrado: la Cdu è stata sconfitta così clamorosamente nella sua roccaforte storica (ha g o v e r n a t o i l B a -den-Wà¼rttemberg ininterrottamente dal 1953) da non essere in grado di rientrare nei giochi. A differenza di quello che dice Frau Merkel, il risultato elettorale di domenica scorsa non è solo il risultato della paura nucleare che ha colpito i tedeschi dopo l’incidente alla centrale di Fukushima. La tendenza alla crescita dei Verdi ha in realtà radici nella domanda di etica da parte degli elettori, di trasparenza, forse di un po’ più di ingenuità ; e nel cambiamento degli stili di vita, tendenzialmente meno consumistici in molti settori sociali. I Grà¼nen sono diventati i rappresentanti della media borghesia tedesca del Ventunesimo Secolo, dei professionisti, di molti imprenditori, degli insegnanti: forti nella Germania Ovest e molto meno in quella, più povera, dell’Est. Ora, vogliono replicare il modello Kretschmann. Per esempio, strappare ai socialdemocratici, in settembre, il sindaco di Berlino.
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