Villaggio dei profughi, fughe e razzie oggi Mineo in piazza per protestare

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 E’ lì che vanno, alla stazione, in cerca del primo treno. Come Jamie e Said, due giovani tunisini: «Ciao Mineo. Ci hanno tenuto una settimana a Lampedusa come bestie. Ci hanno detto di fare la richiesta di asilo politico ma non vogliamo stare in Italia, andiamo a cercare lavoro in Francia». Chi non scappa subito, qui a Mineo, vaga per le campagne e per i paesi della piana del Calatino dove amministratori, cittadini e imprenditori agricoli minacciano le barricate e annunciano, per stamattina, una grande manifestazione di protesta davanti ai cancelli del villaggio. Gli agricoltori mostrano gli alberi senza frutti e le terre razziate. «Le nostre arance – spiega uno di loro – quasi sempre sono già  vendute ancora sugli alberi. Qui non hanno preso per sfamarsi, hanno portato via centinaia di arance». I sindaci di Mineo e Caltagirone, Castania e Pignataro, stamattina saranno alla testa della grande manifestazione di protesta alla quale ha dato la sua adesione anche il governatore Raffaele Lombardo.


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