by Editore | 24 Marzo 2011 8:39
ROMA – Sono 1200 i migranti che hanno lasciato ieri Lampedusa: 550 a bordo della nave San Marco, gli altri a bordo degli aerei. Quelli saliti a bordo della nave della Marina militare, accompagnati da un piccolo sospiro di sollievo degli abitanti dell’isola che aspettavano con ansia l’arrivo dell’imbarcazione, sono diretti al villaggio della solidarietà di Mineo. Sull’isola però restano ancora 4 mila persone, sempre più in precarie condizioni igieniche e sanitarie. Intanto, intorno alla destinazione di Mineo scoppiano nuove polemiche. Il governo aveva deciso di trasferirvi i richiedenti asilo provenienti dai Cara di tutta Italia. E invece i migranti sbarcati a Lampedusa «sono clandestini, non rifugiati o profughi», ha spiegato ieri il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Clandestini, dunque, nei confronti dei quali «si applicheranno le procedure previste dalla Bossi-Fini, ossia l’identificazione e il trattenimento nei Cie per procedere poi al rimpatrio, come avviene con tutti i clandestini», ha spiegati ieri il ministro dellì’Interno. Ma il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano ha detto ieri alla Camera che sulla nave «sono state imbarcate donne, minori e richiedenti asilo». «Non mi risulta che ci sia nemmeno una persona che abbia avanzato domanda d’asilo tra gli immigrati imbarcati sulla San Marco», gli ha risposto il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, che ha parlato di una «colossale presa in giro e di un perfido inganno nei riguardi della Sicilia, di Mineo e degli stessi migranti» da parte del governo. Intanto, Il vicepremier spagnolo e ministro degli interni Alfredo Rubalcaba ha detto ieri sera che l’Italia non sarà «lasciata sola, ne la Spagna ne la Francia lo faranno» davanti alla «pressione migratoria molto forte» innescata dalla crisi libica.
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