Stangata su luce e gas per le tensioni africane

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ROMA – I rincari delle materie prime energetiche e la crisi in Nord Africa fanno volare le bollette italiane. L’Autorità  per l’Energia aggiorna le tariffe per il trimestre da aprile a giugno 2011: per la prima volta dal 2008, i costi della luce invertiranno la rotta e saliranno del 3,9%. In pratica ogni famiglia tipo – con consumi medi di 2.700 kilowattora l’anno e una potenza impegnata di 3 kW – dovrà  sborsare 16,5 euro in più su base annua. Per il gas è previsto un aumento del 2%: l’incremento per gli utenti finali – con riscaldamento autonomo e consumi medi di 1.400 metri cubi l’anno – sarà  pari a 21 euro. Complessivamente, quindi, le famiglie dovranno far fronte ad un rincaro medio annuo di quasi 38 euro che porterà  la spesa a 1.508 euro all’anno (125 al mese), di cui 437 euro per l’energia elettrica e 1.071 euro per il metano. L’Autorità  per l’Energia, guidata da Guido Bortoni, spiega gli aumenti con «le prolungate e forti tensioni dell’ultimo anno sulle materie prime energetiche che hanno spinto al rialzo i prezzi di riferimento del gas». Sugli aggiornamenti trimestrali delle bollette, pesa infatti un duplice effetto. Da un lato, c’è la crescita ininterrotta delle quotazioni petrolifere – iniziata nel 2009 e sostenuta dalla crisi in Nord Africa – che ha prodotto un balzo del +45% negli ultimi 12 mesi e del 145% in due anni, con picchi di oltre 116 dollari al barile per il Brent, il greggio di riferimento nei mercati europei. L’altro effetto incide sui prezzi dell’energia elettrica, su cui grava il finanziamento delle rinnovabili per un totale di 4,9 miliardi di euro (dei quali 1,4 miliardi di euro per i certificati verdi e 2,4 miliardi di euro per il fotovoltaico). Questo nuovo colpo ai bilanci delle famiglie allarma il Partito Democratico: Cesare Damiano, capogruppo in commissione Lavoro, parla di un «Paese colabrodo, che fa acqua da tutte le parti, mentre il presidente del Consiglio zompetta da un predellino all’altro. Emergenza occupazione, emergenza immigrazione, politica estera incerta, politica industriale assente e, come se non bastasse, nuove stangate in vista per le famiglie con l’impennata delle bollette di luce e gas». Famiglie, aggiunge, già  provate dalla crisi. Un allarme condiviso dalla Coldiretti che segnala quanto «l’aumento delle tariffe energetiche sia gravoso per le famiglie, ma anche per le aziende». L’organizzazione degli imprenditori agricoli denuncia «l’aumento preoccupante dei costi di produzione, che sarà  in media del’4,9%, con punte del 19,3% per i mangimi e del 6,5% per i carburanti agricoli». I rincari in bolletta «colpiranno soprattutto le serre con fiori, ortaggi e funghi; poi i locali come le stalle, infine le strutture che assicurano l’essiccazione dei foraggi». L’effetto nefasto si sommerà  al record del prezzo del gasolio destinato all’attività  agricola, che porterà  al settore un aggravio di costi pari a 200 milioni su base annua e ai consumatori un salto in alto nei prezzi per la spesa.


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