Spot antidroga, l’irresistibile vampira di Giovanardi
Il ragazzo sale sul pullman e siede accanto ad una ragazza che sembra aspettarlo, e che, avendo osservato la scena, lo guarda con disapprovazione: lui non ne risulta particolarmente turbato, si addormenta immediatamente e sogna. Sogna della ragazza che ha al suo fianco? Ma neanche per idea, sogna il suo sacchetto di pasticche che però si trasforma in una donna assai bella e seducente, vestita di bianco come bianca è la pista in cui si incontrano: si abbracciano ma, improvvisamente, la bella in bianco si trasforma in un vampiro/zombie e lo morde. Il giovanotto si sveglia di colpo, scende dal pullman e getta il sacchetto di plastica in un braciere casualmente a disposizione (droga, tu mi bruci il cervello, io brucio te) e, incurante dell’eventuale diossina prodotta, si allontana, mano nella mano, con la ragazza del pullman. Dissolvenza, messaggio in sovraimpressione «Non ti fare – Fatti la tua vita». Musica di Nek (a Sanremo ’93 presentò la canzone antiabortista In te e forse per questo tanto apprezzato dal Senatore Giovanardi), cantante appetibile tra i giovani sotto i trenta quanto una cover di Claudio Villa. Nella conferenza stampa di presentazione, Bonaiuti ha affermato che, sia la sceneggiatura che la regia, sono «opera prima» di Carlo Giovanardi. Non sappiamo se il senatore abbia una vaga idea di cosa rappresentino attualmente vampiri e zombie nell’immaginario dei giovani: se, per esempio, è a conoscenza del successo al cinema di Twilight saga (Twilight – 2008, New Moon – 2009, Eclipse – 2010) o del film svedese del 2008 Lasciami entrare, delle serie tv True blood (uscita in Italia nel 2009 e di cui è finita da poco la terza serie), il Diario del vampiro (uscita in Italia nel 2010), The walking dead (2010) o Dead set (serie del 2008, 5 episodi ambientati nella casa del Grande Fratello). Solo per elencare i titoli di maggiore successo. Come si può pensare che, per dissuadere i giovani dall’uso di droghe, si possa utilizzare una delle metafore per loro più affascinanti? Il britannico National Social Marketing Centre, ha pubblicato, nel 2007 una checklist per la valutazione dei programmi di marketing sociale. Al secondo punto si legge che tali programmi devono dare prova di una profonda conoscenza dei gruppi target selezionati: sentimenti, atteggiamenti e percezioni. Carlo Giovanardi, e i suoi collaboratori, hanno probabilmente molta paura delle vampire, ma non brillano in conoscenza del gruppo target, né dei loro sentimenti, atteggiamenti e percezioni; forse non sanno che, alla morale proposta – chi si accontenta (della ragazzina del pullman) gode (non viene morso dalla bella vampira/zombie) – di norma ai ragazzi piace di più un altro proverbio, chi non risica non rosica. Ma per cimentarsi sul rischio ci vogliono i professionisti, come dimostrano gli splendidi spot di Davide Ferrario della 7° campagna nazionale nei quali, in un clima da cinema indipendente, (bianco e nero, sonoro in presa diretta), rapide conversazioni tra ragazzi mettevano in discussione i luoghi comuni e i miti che ruotano intorno ai consumi di party drugs. Quella campagna, ormai lontana, poteva contare su un’implementazione locale fatta da tante unità di strada che riprendevano territorialmente il messaggio, come raccomanda la citata checklist al punto 5 (coinvolgimento dei referenti locali per l’attuazione e lo sviluppo in modo che siano pronti a sostenere il programma) e al punto 8 (èquipe multi – settoriali per aiutare a sviluppare, distribuire e valutare la campagna). Ma la 7° campagna, era una cosa seria. Ora si teme il sequel: per ristabilire l’eguaglianza tra i generi, magari un cannibale maschio che, come Hannibal Lecter, divori le cervella (oramai ridotte ad una fetta di emmenthal, per via dei famosi buchi) di una giovane che ha appena rollato una canna. Alla fantasia non c’è limite. Alle sceneggiature del senatore Giovanardi neanche.
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