Siria, il Venerdì della Dignità 

by Sergio Segio | 26 Marzo 2011 11:45

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Oggi è il Venerdì della Dignità . Nemmeno la Siria è risultata immune alla ventata rivoluzionaria. È ancora presto per prevedere quale scenario si aprirà  sulla Siria per effetto del germoglio di libertà  che sta gonfiando il petto a decine di migliaia di siriani. Qualcuno la chiamerà  la rivoluzione dei bambini[1], visto che da loro – o attraverso loro – è partita la prima scintilla.

I primi movimenti si sono registrati a Damasco[2] sul finire della settimana scorsa, di venerdì, come spesso è accaduto nel resto del mondo arabo, ma gli effetti più devastanti per il presidente Bashar al-Assad e il regime baathista – al governo da quasi cinquant’anni – si stanno verificando nella città  di Daraa, cento chilometri più a sud.

Le richieste della gente di Daraa, roccaforte proprio del partito Baath, sono simili a quelle cui siamo ormai abituati ad ascoltare da gennaio scorso quando, per primi nell’universo arabo, i tunisini marciavano pacificamente per chiedere la fine del regime di Ben Ali, la fine delle ingiustizie e lo stop alla corruzione, il virus più pericoloso per la salute di uno stato. In quest’inizio di rivoluzione, annunciata sulla rete Internet[3], il governo di Damasco si trova ad affrontare un fenomeno totalmente nuovo in un paese in cui vigono Leggi di Emergenza, fortemente repressive, dal 1963. E in nome di quelle leggi le forze di sicurezza siriane agiscono per soffocare la protesta.

Le vie di accesso alla città  di Daraa sono presidiate dai check point dell’esercito e nessun giornalista può avervi accesso: quelli che ci hanno provato si sono visti sequestrare tutte le attrezzature e i materiali. Nella giornata di mercoledì, giorno che ha fatto registrare il più alto numero di scontri, la rete di telefonia cellulare è stata schermata. Solo giovedì sono arrivate le prime frammentarie notizie da chi si trova all’interno della città  assediata; prima di tutto il numero delle vittime: tre è il bilancio ufficiale fornito dalle autorità , venticinque secondo le fonti mediche, trentasei nel conteggio di alcune organizzazioni per i diritti umani, cento secondo alcuni testimoni che hanno preso parte alle manifestazioni. La variabilità  sarebbe determinata anche in ragione del numero di dispersi e di diversi corpi portati via dalle strade.

Giovedì in ventimila hanno partecipato ai funerali di nove delle venticinque vittime (tra cui una bambina di undici anni) di Daraa e stando alle poche informazioni che fuoriescono dalla città  la polizia avrebbe aperto il fuoco anche sul corteo funebre (non è stato specificato se si tratti di gas lacrimogeni, pallottole di gomme, o proiettili).

Damasco, invitata alla cautela e al rispetto dei diritti umani da Ue, Usa e Onu, ha annunciato provvedimenti immediati per “rispondere alle richieste legittime” dei manifestanti. Bashar al-Assad che in un’intervista al Wsj del 31 gennaio escludeva che la “Siria, paese stabile”[4] fosse raggiunta dall’ondata di proteste, ha poco tempo per agire.

 

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Endnotes:
  1. la rivoluzione dei bambini: http://it.peacereporter.net/articolo/27289/Siria,+fermati+venticinque+bambini+che+scandivano+slogan+contro+il+regime
  2. Damasco: http://it.peacereporter.net/articolo/27482/Siria,+manifestazioni+anti-governo:+3+morti+a+Damasco
  3. annunciata sulla rete Internet: http://www.facebook.com/Syrian.Revolution
  4. “Siria, paese stabile”: http://online.wsj.com/article/SB10001424052748704832704576114340735033236.html

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/03/siria-il-venerdi-della-dignita/