Scrivere per i piccoli fa diventare grandi

Loading

Voglio portare i profeti dell’apocalisse a conoscere i giovani lettori che incontro – bambini che amano i libri, le storie, le poesie, le opere di teatro. Bambini che fanno le domande più acute sui personaggi e la trama, sul modo in cui funzionano le parole, sul processo di scrittura, bambini con menti esplorative e immaginazioni flessibili. Vado spesso nelle scuole e chiedo ai bambini di citarmi i loro scrittori preferiti. Le mani si alzano, un’intera gamma di scrittori viene nominata. Chiedo anche: a chi piace scrivere? E di nuovo le mani si alzano – no, non in modo così spavaldo e ostentato. Bambini così ci sono. Io li incontro – tutti li incontriamo – i lettori di oggi, gli scrittori di domani, quelli che terranno viva la nostra cultura. Ogni parola scritta, ogni frase, ogni storia è un atto di ottimismo e di speranza, un puntello contro le forze della distruzione. Questo è particolarmente vero quando le parole vengono scritte per i bambini. Le storie, come i bambini, possono ristabilire l’innocenza e ricreare il mondo. Per i bambini le parole non se ne stanno ferme in righe ordinate sulla pagina. Operano nel loro corpo e nei loro sensi. Si trasformano in modo fluido in dramma, movimento, danza, canzone. E i libri che leggono e amano sono ugualmente pieni di riverberi. Allo scrittore per bambini è concesso un grado di libertà  per lo più negato agli adulti. È incoraggiato a esplorare forme che i bambini capiscono e amano ma che a molti adulti sembrerebbero troppo difficili o troppo strane. Il mondo dei libri per bambini è un luogo di abbondanza, di abbandono, di esperimento e di gioco. Libri lunghi, libri brevi, poesie; magnifiche miscele di immagini e testo; libri che non hanno nemmeno una parola; libri con i buchi; libri scritti con la voce di cani e topi; libri fatti di carta, plastica, stoffa; libri da masticare, libri che si illuminano e libri che emettono suoni. Il mondo dei libri per bambini è anche il Paese dei mostri selvaggi. Forse perché i bambini stessi sono ancora in parte selvaggi, non civilizzati, e ancora spinti a esplorare i margini più selvatici del mondo e della loro stessa mente. I bambini sono in un flusso, in un processo di cambiamento, di scoperta, di esplorazione. A differenza di molti adulti cinici, loro sanno di non sapere ancora tutto. © Ibby Italia, 2011. Traduzione di Giorgia Grilli


Related Articles

«Common Ground» l’architettura secondo Chipperfield

Loading

Aprirà  i battenti il 29 agosto e li chiuderà  il 25 novembre la tredicesima edizione della Mostra Internazionale di Architettura che si terrà  all’Arsenale e ai Giardini di Venezia.

LA LINEA MENTALE DI OTTIERO OTTIERI

Loading

 Nel comunicare a Vittorini che la commedia di Ottiero Ottieri che ha tra le mani, Amore e affari, è secondo lui «una bojata totale», in una lettera del 27 aprile 1959 Italo Calvino manifestava il suo imbarazzo rispetto all’autore di Tempi stretti: «Il caso Ottieri è per me disagevole perché lui m’incolpa di non aver letto con la dovuta sollecitudine il suo diario d’azienda; e Einaudi m’incolpa d’avercelo fatto perdere».

Nicolas Fargues, la scoperta della discontinuità 

Loading

Confesso che non amo il modo imperioso di introdurre il lettore alla storia. Nemmeno quello tranchant. Per millenni gli scrittori si sono ingegnati ed esercitati a porgere le narrazioni nei più svariati modi ma sempre in cerca di una condivisione, con cura, attenzione o divertimento quando non delicatezza.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment