S&P declassa ancora Grecia e Portogallo

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ROMA – Rischio-debito. Ancora una volta Standard&Poor’s declassa Grecia e Portogallo. Protesta il premier greco Papandreou mentre per aiutare Lisbona, in piena crisi economica e politica, si offre a sorpresa il Brasile: il presidente Dilma Rousseff si dice «pronta» a pagare; l’ex presidente Lula invita le autorità  «a non accettare» in nessun caso il sostegno della Ue e del Fmi, come fece il suo paese nel 1998, perché «non risolvono i problemi», anzi li «aggravano». Una disponibilità  ad assistere i portoghesi arriva anche da un altra nazione Bric: la Cina. Tensioni sull’Irlanda in attesa degli stress test sulle banche previsti per domani. Euro in altalena. Commenta il ministro Tremonti: le agenzie di rating «sono uno strumento: non è giusto demonizzarle. Ma neanche trasferirgli la sovranità  politica. Servono e vanno utilizzate con intelligenza ma non puoi trasferire la sovranità  degli stati». S&P declassa dunque il debito di due Pigs, i paesi-maiale, secondo l’acronimo dispregiativo anglosassone (gli altri sono Irlanda e Spagna), già  in difficoltà  per proprio conto. Due gradini in meno per il debito greco (fino a BB-), nonostante il governo sia impegnato da tempo in un duro programma di austerity. Uno in meno per quello portoghese (BBB-), a soli 4 giorni da un altro downgrading: ora è a un passo dal fatidico livello spazzatura, ovvero un grado di affidabilità  quasi nullo. Per entrambi le prospettive sono negative: vuol dire che potrebbero esserci ulteriori sforbiciate. In una nota, S&P sostiene che i risultati dell’ultimo consiglio Ue di Bruxelles confermano che la ristrutturazione del debito è una precondizione per eventuali aiuti finanziari. Giudica «probabile» il ricorso al fondo salva-stati per il Portogallo anche se il premier dimissionario Socrates continua a escluderlo. Immediate le tensioni sugli spread, il differenziale di interesse tra i titoli di stato dei paesi declassati e i bund tedeschi: i bond portoghesi per esempio balzano al record dell’8,18%. Borse contrastate: Milano chiude con -1,04. L’euro va giù, oscillando a quota 1,41 sul dollaro. In Irlanda c’è paura per le banche: Irish Life, l’unica scampata al salvataggio, crolla in Borsa del 50%. Il premier greco lamenta che il declassamento «non riflette gli sforzi fatti» per il bilancio. La banca centrale portoghese rende noto che il Pil 2011 è sotto zero (-1,4): è il terzo anno di recessione. Per Lisbona , c’è la mano tesa dei Bric, che ormai si muovono come interlocutori sullo scenario internazionale.


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A CHI PARLA LA SENTENZA

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Ieri Antonio compiva gli anni, voleva festeggiare ma non ci riusciva perché «ho un magone», diceva agli amici che lo chiamavano per fargli gli auguri. Quel magone aveva un nome, era l’attesa trepidante di una sentenza. Antonio è un operaio giovane e ottimista, sennò non avrebbe tre figli ai quali, da quando è in cassa integrazione perché è marchiato a sangue con la sua tessera Fiom in tasca, fatica a garantire il pranzo e la cena.

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