by Editore | 24 Marzo 2011 7:19
SALERNO – Il primo a capire tutto era stato Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica che per ben sette volte in pochi mesi aveva segnalato agli uffici amministrativi le anomalie dell’appalto per una strada provinciale nel Cilento. Aveva visto giusto, l’amministratore del Pd assassinato il 5 settembre scorso nella sua Acciaroli. Perché l’arteria 108 Casalvelino-Celso, costata alla Provincia di Salerno 615mila euro, costituisce secondo i magistrati una “strada fantasma”, dove sono stati realizzati solo interventi di sbancamento dell’importo stimato in non più di 150mila euro. Dopo le segnalazioni inviate da Vassallo tra il 2008 e il 2009, su impulso del presidente Edmondo Cirielli, del Pdl, la Provincia istituì una commissione e poi, nell’estate 2010, presentò un esposto. E ieri, su richiesta della procura di Salerno diretta dal procuratore Franco Roberti, sono finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di peculato tre funzionari della Provincia e tre imprenditori. Le indagini della Guardia di Finanza, guidata dal generale Salvatore De Benedetto, comandante provinciale, e dal colonnello Antonio Mancazzo, che dirige il Nucleo di polizia tributaria, hanno confermato i sospetti di Vassallo. «Non sono emersi collegamenti fra questo appalto e la morte del sindaco», chiarisce il procuratore Roberti. L’inchiesta sull’omicidio si muove su una pista diversa e punta su un gruppo di pregiudicati cilentani e napoletani. Interessi illeciti locali, dinanzi ai quali Vassallo appariva come un ostacolo, si sarebbero saldati con l’ira degli spacciatori di droga che erano stati sfidati pubblicamente dal sindaco. Uno che non chiudeva gli occhi dinanzi all’illegalità , come la storia della “strada fantasma” conferma.
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