“Ufficio stampa troppo filo-Fini” Lupi tenta il blitz alla Camera

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ROMA – Precari su precari. Da assumere per chiamata diretta. A Montecitorio. Neanche fosse un call center. Altri quattro, da affiancare ai cinque già  esistenti presso l’ufficio stampa della Camera dei deputati. La proposta, targata Pdl, è planata sull’Ufficio di presidenza guidato Gianfranco Fini e composto da rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari. L’organo di autogoverno del Palazzo è convocato giusto questa mattina alle 9. Il nodo più spinoso e più atteso da affrontare è la decisione sul conflitto di attribuzione nei confronti della Procura della Repubblica di Milano che il centrodestra intende sollevare per fermare il processo Ruby a carico del premier Berlusconi. Ma al punto 5 – come si legge nell’ordine del giorno pubblicato qui di fianco – ci sono «questioni concernenti l’ufficio stampa». Portavoce del progetto, il vicepresidente Maurizio Lupi, deputato Pdl e responsabile comunicazione nell’ufficio di presidenza. Ebbene, come già  illustrato informalmente in questi giorni dallo stesso vicepresidente ad alcuni colleghi, il piano prevede il potenziamento dell’ufficio stampa, che attualmente è composto da cinque giornalisti professionisti e da un capo. Tutti in servizio con contratti a tempo, biennali, in genere rinnovati. L’operazione dovrebbe portare all’ingresso di altre quattro unità , col medesimo contratto con scadenza 24 mesi, giusto quelli che mancano più o meno per la fine della legislatura. Il sospetto, tra chi si prepara a mettere i bastoni tra le ruote, è che il Pdl punti inserire figure professionali di fiducia per la maggioranza all’interno di quell’ufficio. Che passerebbe da 5 a 9 unità . Di più. L’intervento dovrebbe allentare i vincoli e consentire l’accesso anche a pubblicisti e non più solo ai professionisti. La motivazione con la quale puntano a riaprire le maglie della squadra “stampa” è legata alla presunta insufficienza dell’organico in servizio. In particolare, i quattro neoassunti sarebbero chiamati a curare la rassegna stampa, della quale si occupano già  da anni otto dipendenti con qualifica di documentaristi. La riorganizzazione porterebbe questi impiegati a essere dirottati ad altri uffici. «Per ottimizzare le risorse» spiegano dal Pdl. Ma già  la svolta sta alimentando una mezza mobilitazione dei sindacati, molto radicati a Montecitorio. C’è però un altro aspetto a destare le perplessità  dei componenti di opposizione dell’ufficio di presidenza. E riguarda i costi. La presidenza Fini, sulla scia di quanto avviato già  con Bertinotti nella passata legislatura, ha imposto da due anni una rigorosa politica di tagli e contenimento della spesa. Ebbene, è stato stimato che il costo dei nuovi innesti ammonterebbe a circa 400 mila euro l’anno (pari a circa 100 mila euro lordi l’anno per ciascun giornalista per 13 mensilità ). Raddoppio (quasi) delle unità  e, di conseguenza, dei costi. Di nomi dei beneficiari, ovvio, non ne circolano. Anche perché, se l’ufficio di presidenza darà  il suo via libera, sarà  poi il Collegio dei questori a mettere a punto l’integrazione nei dettagli. Ma le perplessità  tra gli stessi questori (almeno due su tre) e le probabili resistenze della Presidenza rendono tutt’altro che scontata l’approvazione nella riunione di oggi, per altro già  assorbita dall’affare Ruby.


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