“I fondamentalisti di Gaza vogliono una nuova guerra”

by Editore | 24 Marzo 2011 7:54

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GERUSALEMME – «Questo gesto feroce e barbaro contro dei civili israeliani è certamente legato all’escalation degli ultimi giorni a Gaza. Sparano sulle nostre città  e sui nostri villaggi missili sofisticati come quelli che hanno raggiunto Beersheva, che dista decine di chilometri da Gaza. Nella Striscia c’è chi vuole riaprire un confronto militare con Israele». Va dritto al punto Avi Pazner, ambasciatore di lungo corso, ex portavoce del Ministero degli Esteri, è stato anche consigliere di diversi primi ministri israeliani. «Con quel che è accaduto in Egitto, la frontiera con Gaza non è più sorvegliata e attraverso i tunnel del contrabbando a Gaza sono arrivate armi piuttosto sofisticate ai gruppi fondamentalisti». Ambasciatore perché, diversamente da altre volte, non è arrivata ancora nessuna rivendicazione dell’attentato? «Lo ha fatto la Jihad islamica – il gruppo più filo-iraniano dei tanti presenti nella Striscia – anche se non direttamente, perché teme una serie di azioni mirate contro i suoi leader a Gaza. Ma sta cercando lo scontro. Ha avuto delle perdite nei giorni scorsi ma continua ancora a lanciare missili». Niente a Gaza si muove se anche Hamas non lo vuole e gli integralisti ancora ieri offrivano una tregua. Eppure i lanci contro Israele proseguono … «Non è semplice. Hamas è divisa al suo interno. C’è l’ala politica che non vuole il confronto militare con Israele, perché sente di dover ancora risaldare il suo controllo sulla Striscia, e c’è l’ala militare che è molto più radicale. Ci sono grandi margini di ambiguità  fra i due schieramenti. Può essere che una parte cooperi con questi altri gruppi radicali oppure li lasci fare». E’ l’arrivo di armi più sofisticate dai tunnel dall’Egitto che sta esaltando questi gruppi? «Non c’è dubbio che stanno arrivando missili di ogni tipo, mortai, mitragliatori. E passa tutto sotto i tunnel. Guardi al caso della nave che abbiamo abbordato la scorsa settimana. Il “Victoria” era pieno di armi cinesi, missili a guida laser, sistemi di puntamento complessi, radio militari. Lo scalo finale era Alessandria in Egitto, qui sarebbero state scaricate per essere poi contrabbandate a Gaza. I gruppi armati si stanno riarmando, lì ormai hanno missili in grado di colpire fino a Tel Aviv». Ambasciatore c’è chi nel governo invoca un’altra “Cast Lead” su Gaza, una operazione militare in grande stile come nel 2009… «Ci sono molte cose da fare e misure militari restrittive che si possono ancora prendere per limitare questi lanci di missili prima di mettere in piedi un’operazione militare di quella portata».

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