“Gli Usa non potevano restare fermi adesso la Nato protegga i civili”

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Segretario Gates, inizierò rivolgendo una domanda a lei. La missione consiste nell’assicurare la no-fly zone e la protezione dei civili, ma non la rimozione di Gheddafi dal potere, anche se gli Stati Uniti si sono dichiarati favorevoli a un cambiamento di regime. Perché dunque non inserire nell’ambito della missione la destituzione dal potere di Gheddafi? GATES: «Prima di tutto credo che nessuno voglia fissare una serie di obiettivi o una missione militare precisa quando non può essere fiducioso di raggiungere quegli stessi obiettivi. Come abbiamo già  visto in passato, il cambiamento di regime è impresa molto complessa. Talvolta occorre parecchio tempo. Altre volte l’obiettivo è raggiunto in tempi molto rapidi, pur non essendo rientrato tra gli obbiettivi dichiarati della missione militare». Segretario Clinton, la Nato ha assunto il comando e il controllo della no-fly zone o lo farà  questo weekend, ma non ancora quello della protezione dei civili. Quando possiamo prevedere che accada ciò? CLINTON: «Noi speriamo che la Nato prenda una decisione definitiva entro i prossimi giorni e auspichiamo che sia positiva, che includa quella missione, e così – proprio come l’embargo sulle armi e la no-fly-zone sono diventate di pertinenza del comando e del controllo della Nato – avvenga anche per la missione di protezione dei civili». Che cosa direbbe a chi in Costa d’Avorio o in Siria chiede: “Dov’è la nostra no-fly zone? Anche noi siamo assassinati dal nostro governo…” CLINTON: «Beh, in quei paesi non si stanno utilizzando le forze armate e l’aeronautica…non vi è il medesimo livello di forza. In sintesi: queste sono situazioni diverse, ma in Libia c’è un leader che ha detto ai suoi uomini di non risparmiare niente e nessuno, di non avere pietà , di bombardare il suo stesso popolo: in questo caso egli ha ormai varcato una linea che nel mondo nessuno ha più voglia di tollerare». Quando capiremo che la missione si è conclusa? Quando potremo affermare che la no-fly zone ha dato i risultati sperati e la protezione dei civili è andata a buon fine? GATES «Direi che l’entrata in vigore della no-fly zone è completa a tutti i fini pratici. Adesso occorre mantenerla in vigore, ma di sicuro occorreranno meno sforzi di quanti ce ne sono voluti per farla applicare». Ho sentito la Nato affermare che potrebbero occorrere tre mesi, ma al Pentagono c’è chi parla di molto più tempo… GATES: «Penso che nessuno possa rispondere a questa domanda». Lei crede che la Libia rappresentasse una minaccia potenziale o imminente per gli Stati Uniti? GATES: «No, no. La situazione in Libia non era un interesse nazionale vitale per gli Stati Uniti, ma era pur sempre un interesse per tutte le ragioni già  illustrate dal Segretario Clinton…l’impegno degli arabi, quello degli europei, la questione umanitaria. Erano tutte poste in gioco di cui tenere debito conto. Indubbiamente c’è stato anche altro di cui tenere conto. Sia a est sia a ovest della Libia erano scoppiate delle rivoluzioni. Quei paesi sono in condizioni di grande fragilità ». Si riferisce a Egitto e Tunisia? GATES: «Certo, Egitto e Tunisia». CLINTON: «Vorrei aggiungere una cosa, poiché sorgono molte domande che meritano di essere poste e di ottenere una risposta. Il presidente lunedì sera (oggi, ndr) farà  un discorso alla nazione. Immaginiamo di essere seduti qui, e che Bengasi sia stata conquistata. Stiamo parlando di una città  di 700mila abitanti. Immaginiamo che decine di migliaia dei suoi abitanti siano stati massacrati e altre centinaia di migliaia di persone siano state costrette a fuggire, senza un posto preciso dove andare, con un Egitto lì accanto che sta vivendo anch’esso un difficile momento di transizione. A quel punto ci chiederebbero a gran voce: “Perché gli Stati Uniti non hanno fatto nulla? Perché? Come potete starvene a guardare con le mani in mano quando Francia, Regno Unito, altri Paesi europei e della Lega Araba, e altri partner arabi dicevano che avreste dovuto fare qualcosa?”. Insomma, ogni decisione ha aspetti negativi e positivi». ©Cbs-Traduzione di Anna Bissanti


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