“Duemila immigrati senza cibo siamo una bomba a orologeria” Via alla maxi evacuazione

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PALERMO – Arrivano le navi a Lampedusa. Lo slittamento del Consiglio dei ministri per consentire al premier una visita lampo nell’isola non inciderà  sull’inizio delle operazioni di evacuazione dei 6200 migranti che questa sera cominceranno ad essere trasferiti a bordo delle sei navi noleggiate per liberare Lampedusa. Il ministro Maroni annuncia risarcimenti per i lampedusani e ribadisce: «Da oggi la situazione si risolverà . Le navi trasferiranno gli immigrati in strutture che con grande rapidità  stiamo creando. Libici, somali, eritrei, chi viene da uno scenario di guerra non può essere rimpatriato ma abbiamo fatto un accordo con la Tunisia che prevede il rimpatrio una volta accertata la loro identità  ed è quello che faremo, perché si tratta di clandestini. Lo faremo nel pieno rispetto di tutti i trattati internazionali». Tutte e sei le navi approderanno comunque in Italia anche se i porti di destinazione si conosceranno solo domani dopo che il Consiglio dei ministri avrà  approvato il piano del Viminale. Un rinvio anche di sole 24 ore sarebbe stato improponibile in quella “bomba ad orologeria” in cui si è trasformata Lampedusa dove ieri il sindaco Bernardino De Rubeis ha lanciato un drammatico grido d’aiuto: «Duemila immigrati sono senza cibo». La “Lampedusa accoglienza”, che cura la preparazione dei pasti sarebbe in grado di preparare 4000 pasti al giorno, insufficienti a sfamare i 6200 presenti, anche se il responsabile Roberto Rocca ha replicato di aver distribuito 5500 pasti, ma le animate proteste di centinaia di immigrati a caccia di cibo e acqua e le lunghe file di tunisini dietro i panifici dell’isola confermano la denuncia del sindaco. E anche la pazienza e la solidarietà  degli abitanti di Lampedusa che, per settimane, hanno accolto gli extracomunitari dando loro da mangiare o distribuendo abiti e coperte, è al limite. Ieri mattina un nutrito gruppo di cittadini, soprattutto donne, ha occupato il municipio. Non andranno via fino a quando le navi promesse non avranno cominciato a portare via i migranti. Decisamente al limite anche la situazione igienico-sanitaria. Ieri gli ispettori del ministero hanno escluso, nell’immediato, un rischio epidemia, ma l’assessore regionale alla Salute Massimo Russo, presente sull’isola, ha usato toni molto forti: «La situazione igienico-sanitaria è al limite. Se domani l’isola non si svuota avremo una bomba pronta ad esplodere». Parole che hanno ancor di più surriscaldato un’atmosfera già  tesissima, con la senatrice leghista di Lampedusa Angela Maraventano a chiedere le dimissioni di Russo accusato di “terrorismo psicologico” e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè, anche lui sull’isola, a placare gli animi assicurando l’arrivo delle navi. Polemiche e accuse hanno coinvolto anche il commissario per l’emergenza Caruso duramente attaccato dal sindaco. «Di fronte alle beghe politiche, agli errori gestionali, il prefetto Giuseppe Caruso doveva dimettersi da commissario per l’emergenza immigrazione – ha detto De Rubeis – Non l’ho sentito nemmeno una volta, più facile rintracciare Napolitano. Erano migliori i tempi in cui c’era Guido Bertolaso». Sul piede di guerra anche il governatore Raffaele Lombardo che, infuriato per il mancato invito al consiglio dei ministri, ha annunciato una riunione di protesta del governo regionale sotto Palazzo Chigi. Il bollettino degli sbarchi ieri ha segnato un rallentamento: in 40 sono sbarcati direttamente a Cala Creta e un’altra piccola imbarcazione è stata avvistata in avvicinamento. Ancora nessuna traccia del gommone partito dalla Libia quattro giorni fa con 70 persone. Ma c’è un’altra rotta che comincia a destare attenzione, quella su Pozzallo, sulla costa ragusana dove in 48 ore sono sbarcati circa 750 migranti provenienti dalla Libia.


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