Per comprare casa 18 anni di stipendio spese di gestione +33-83% in dieci anni

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Casa dolce casa, ma sempre più cara. Sia in affitto che di proprietà . Per acquistare un appartamento di circa 90 metri quadri in un’area semicentrale oggi servono 18 anni di stipendio. Nel 2001 ne bastavano 15. Le spese per la casa sono aumentate nell’arco degli anni: rispetto a un decennio fa per un appartamento in affitto i costi sono cresciuti di 8.458 euro all’anno, per un’abitazione di proprietà  “solo” di 2.896 euro all’anno.

I dati provengono da un’indagine di Federconsumatori e Adusbef sui costi di gestione degli immobili in Italia dal 2001 a oggi. Lo studio delle due associazioni ha evidenziato una lunga sequenza di aumenti a partire dal canone di affitto e dal mutuo, passando per le utenze, le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria. Per dare un’idea di quanto stia diventando difficile mantenere un immobile nel nostro Paese basterebbe mettere a confronto l’andamento del reddito con quello del prezzo al metro quadro. Fatto 100 il valore di partenza, in questi ultimi dieci anni i redditi sono arrivati a 118. Ma il mattone al metro quadro ha fatto “di meglio”, raggiungendo quota 141.

L’Osservatorio nazionale di Federconsumatori ha elaborato i dati basandosi sui costi di una casa di 90 metri quadrati in una zona semi-centrale di una grande area metropolitana. L’arco di tempo preso in esame va dal 2001 al 2011. Risultato: chi è in affitto ha visto lievitare le proprie spese in dieci anni dell’83%, pari a 707,15 euro in più al mese. In confronto, i proprietari possono considerarsi fortunati con un +33%, equivalenti a un aumento di 241,35 euro al mese.

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Affitti alle stelle. Il canone d’affitto e la rata del mutuo sono le voci di spesa più gravose. Quelle che spaventano di più soprattutto chi il lavoro l’ha perso oppure ce l’ha, ma è precario, e i giovani che vogliono emanciparsi dai genitori o che aspirano a mettere su famiglia. Un problema che appare ancor più evidente alla luce dell’impressionante livello raggiunto dalla disoccupazione giovanile nel nostro Paese (29%). Dal 2001 a oggi, se i mutui sono cresciuti in media del 18% (anche a causa della crisi economica), gli affitti sono andati in orbita: +87%. Non è difficile dare la misura di quale batosta sia piovuta, anno dopo anno, sulle teste degli italiani che vivono in una casa non di proprietà . Se nel 2001 bastavano 610 euro per coprire il canone mensile d’affitto, oggi ne servono 1.138. Per molti è più di un intero stipendio.

Bollette: si salva solo il telefono. Altro capitolo dolente sono le utenze domestiche. Tranne la bolletta telefonica, diminuita del 9%, tutto il resto è più caro rispetto a dieci anni fa. La nettezza urbana è più che raddoppiata: da una media di 15 euro nel 2001 ai quasi 35 di oggi. Ma anche le bollette di acqua e riscaldamento fanno venire le vertigini, rispettivamente con un +81% e un +83%. Il gas (uso cucina) sale del 61%, la luce del 64%. Non sfuggono ai rincari nemmeno le rate condominiali, passate da una media di 43 euro al mese nel 2001 agli attuali 80,50 euro.

Proprietari e spese. Per le case in affitto le spese di manutenzione ordinaria sono aumentate del 308%, anche se in termini assoluti non si parla di cifre proibitive: si è passati da 3,65 a 14,90 euro al mese. Va peggio per i proprietari, che oltre all’ordinaria amministrazione devono sobbarcarsi anche i costi della manutenzione straordinaria (impianti elettrici, idraulici, tinteggiatura ecc. ecc). Qui i numeri crescono: dal 2001 ad oggi, in media, si spendono 38 euro in più per riparazioni di vario tipo. In soccorso dei proprietari è venuta l’abolizione dell’Ici, la tassa sull’abitazione principale (resta però quella sugli altri immobili di proprietà ), che nel 2007, l’ultimo anno in cui è stata in vigore, si attestava intorno ai 38 euro mensili.


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