by Editore | 29 Marzo 2011 6:33
MILANO – Un delicatissimo cda della Parmalat convocato per venerdì prossimo deciderà se mandare ai supplementari (con il rinvio dell’assemblea) la partita per il controllo di Collecchio. La mossa – malgrado il decreto ad hoc approvato dal governo – non è scontata. Lo statuto Parmalat prevedeva già in effetti l’opportunità di convocare l’assise dei soci fino a 180 giorni dopo la chiusura del bilancio, vale a dire il 30 giugno. E il cda guidato da Raffaele Picella potrà quindi posporre l’assemblea prevista per il 14 aprile solo a fronte di reali novità per l’assetto dell’azienda. Il decreto voluto da Giulio Tremonti pare un appiglio non troppo robusto. Più probabile, invece, che la cordata italiana guidata da Intesa Sanpaolo scopra le sue carte in settimana per consentire a Collecchio il rinvio senza rischi di azioni legali da parte di Lactalis, che vorrebbe chiudere i giochi il più presto possibile. E che intende rispondere colpo su colpo, come dimostra il comunicato in cui ieri il gruppo transalpino ha ricordato come la legge francese a protezione dell’industria nazionale – la stessa citata più volte dallo stesso Tremonti – non comprende il settore alimentare. I legali di tutte e due le parti, non a caso, sono da giorni al lavoro. I francesi, ad esempio, sarebbero pronti a contestare l’eventuale voto a favore di un rinvio di tre membri del consiglio (Enrico Bondi, Massimo Confortini e Carlo Secchi) inclusi nella lista delle nomine per il nuovo cda proposta da Cà de Sass per l’ipotesi di conflitto d’interesse. I tre potrebbero decidere di astenersi per evitare trappole giuridiche, anche se il conflitto di interesse – fanno notare fonti vicine a Parmalat – dovrebbe essere nei confronti della società e non di un singolo socio. I prossimi tre giorni saranno decisivi per spianare la strada al posticipo dell’assemblea e ribaltare l’esito di una partita che al momento vede ancora in posizione di deciso vantaggio i francesi. Governo e IntesaSanpaolo sono al lavoro. I tecnici del ministero dell’economia avrebbero già avviato contatti con Bruxelles per valutare la praticabilità delle nuove norme anti-stranieri allo studio del governo. Il Commissario (francese) al mercato interno Michel Barnier ha detto che «non sarebbe accettabile se le regole europee sul mercato interno e sui servizi non fossero rispettate». La banca guidata da Corrado Passera punta a mettere nero su bianco in tempi brevi una manifestazione di interesse che consenta a Picella e Bondi di procedere al rinvio dell’assemblea. La famiglia Ferrero, che diverse fonti danno sempre «molto fredda» sul dossier, ha ribadito ieri di non aver preso decisione su Parmalat, ribadendo un interesse se matureranno tre condizioni: che ci sia in campo un progetto industriale, di lungo termine e italiano. Cà de Sass ha iniziato a raccogliere un certo numero di partner finanziari in grado di garantire sostegno all’operazione, mentre Granarolo si è ricandidata al ruolo di partner industriale: «Abbiamo contatti con Intesa», ha ribadito il presidente Gianpiero Calzolari. Sul tema Parmalat è sceso in campo ieri l’ex numero uno di Uncredit Alessandro Profumo: «C’è un tema di reciprocità ma su questi argomenti bisogna essere cauti. I progetti comunque dovrebbero nascere dalle imprese e non dalle banche».
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