Ok per esilio Gheddafi. Ipotesi, armare insorti

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TRIPOLI – L’artiglieria delle forze pro-Gheddafi attacca Misurata con razzi e cannoni dei carri armati. Lo hanno reso noto gli insorti che oggi hanno annunciato di di aver riconquistato il sito petrolifero di Ras Lanuf. Il governo libico ha annunciato che farà  causa a qualsiasi azienda internazionale che concluderà  affari con i ribelli nel settore dell’energia. Dura la posizione del presidente cinese Hu che al presidente Sarkozy, in visita in Cina, ha detto ‘se le azioni militari colpiscono popolazioni innocenti e provocano gravi crisi umanitarie, allora violano il mandato originale del Consiglio di sicurezza dell’ Onu.

GOVERNO, CAUSE AD AZIENDE IN AFFARI CON RIBELLI – Il governo libico farà  causa a qualsiasi azienda internazionale che concluderà  affari con i ribelli nel settore dell’energia. Lo riferisce l’agenzia Jana. “La società  nazionale per il petrolio… è l’entità  autorizzata dalla legge per trattare con gli esterni. Per via dell’importanza strategica di questi beni – petrolio e gas – a livello globale, nessun paese può lasciare la sua gestione a delle bande armate”, si legge in un comunicato diffuso dall’agenzia Jana. “Lo stato libico farà  causa a chiunque concluda accordi sul petrolio con altri fuori dalla Società  nazionale”, si precisa.

HU A SARKOZY, RAID POTREBBERO VIOLARE RISOLUZIONE – Gli attacchi aerei della coalizione in Libia potrebbero violare il mandato dell’Onu, secondo il presidente cinese Hu Jintao, che oggi ha ricevuto quello francese Nicolas Sarkozy. “Se le azioni militari colpiscono popolazioni innocenti e provocano gravi crisi umanitarie, allora violano il mandato originale del Consiglio di sicurezza dell’ Onu, ha affermato Hu citato dalla Cctv, la tv di Stato cinese. “La storia ha dimostrato che l’ uso della forza non risolve i problemi, ma che anzi non fa che complicarli”, ha aggiunto Hu. Ricevendo il presidente francese, uno dei promotori della risoluzione che ha autorizzato gli attacchi aerei contro le forze di Muammar Gheddafi, Hu ha sottolineato che “sono il dialogo e gli altri mezzi pacifici a fornire la risoluzione ultima dei problemi”. Il presidente cinese ha aggiunto che Pechino “appoggia gli sforzi politici per il miglioramento della situazione in Libia”. Sarkozy è in Cina per partecipare ad un seminario informale dei ministri economici e dei banchieri centrali del G20 sul sistema monetario internazionale che si terrà  a Nanchino, nel sud del Paese.

Il sipario sulla Conferenza tenuta ieri a Londra sulla Libia è calato con lo scenario di un possibile esilio del rais di Tripoli. Ma si è cominciato anche a parlare di armare i ribelli (“La risoluzione Onu – ha detto il segretario di Stato Hillary Clinton – permetterebbe di farlo”).

‘Armare i ribelli libici sarebbe una misura controversa, una misura estrema’ e ‘dividerebbe la comunità  internazionale’ spiega a Radio anch’io il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari, e ribadisce che la posizione italiana sulla è la no fly zone e i corridoi umanitari.

Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov si e’ detto contrario all’ipotesi che la Nato armi le forze dell’opposizione libica.

”Poco fa il ministro degli esteri francesi ha detto che Parigi e’ disposta a discutere con i partner della coalizione le forniture di armi per l’opposizione libica. Il segretario generale della Nato Rasmussen ha dichiarato che l’operazione in Libia si svolge per proteggere la popolazione e non per armarla e noi su questo siamo pienamente d’accordo con il segretario della Nato”, ha dichiarato il capo della diplomazia russa, citato dall’agenzia Interfax.

E mentre il presidente Usa Barack Obama dice che Gheddafi ha i giorni contati, il capo dello Stato Napolitano giudica negativo che i paesi dell’Ue si siano divisi e parla di errore non creare una difesa comune.

Intanto le forze fedeli al leader libico hanno riconquistato il sito petrolifero di Ras Lanuf, costringendo gli insorti ad abbandonare le postazioni e fuggire ad est.

Secondo la France Presse le forze fedeli al regime hanno ripreso il controllo della citta’ a fine mattinata e gli insorti, presi dal panico, hanno cercato ora di ripiegare verso Brega, da loro ancora controllata.

Il 27 marzo il terminal petrolifero di Ras Lanuf era stato conquistato dai ribelli libici, rimasti poi bloccati per due giorni senza poter procedere verso Sirte.


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