Nuovi cinema Paradiso Operazione rinascita nell’Italia dei paesi
Non solo film, ma anche concerti rock e partite di calcio: il prezzo non più di 4 euro ROMA – Gli schermi tornano a illuminarsi tra le colline di Cortazzone, 676 abitanti nell’Astigiano, in tutta la Lomellina Pavese, tra le sette ville di San Demetrio ne’ Vestini, uno dei luoghi toccati dal terremoto abruzzese. Il cinema che è stato portato via da qui, dai paesi italiani, negli anni Ottanta della tv commerciale, nei Novanta della fuga in città e in questi Duemila che hanno visto Murdoch aggiungere concorrenza alle vecchie prime e seconde visioni, ora torna a casa. Il cinema si riprende spazi propri: sale abbandonate, sale di teatro senza cartellone di stagione, ma anche grandi sale che di giorno ospitano i consigli comunali. Tutte, la sera, torneranno ad ospitare cinema. Il nuovo cinema di paese. L’iniziativa, pensata nel 2008 dalla Federconsumatori, sta prendendo corpo dopo che è stata abbracciata dall’associazione dei piccoli comuni italiani e già conta sedici paesi (tutti sotto i cinquemila abitanti) che hanno trovato o riadattato il luogo, investito una cifra contenuta in uno schermo adatto alla proiezione digitale e in un computer che possa catturare i file inviati via satellite in alta definizione. In questo 2011 sperimentale si punta a riportare il cinema in almeno cento micro-comuni, certi che la fine del grande schermo lì non è dipesa dalla mancanza di una domanda, ma da costi che il vecchio analogico – la pellicola, il suo trasporto, l’uso del proiettore, il salario del proiezionista – non consentivano più di sostenere. Oggi l’utilizzo di un “file”, trattato dagli esperti di Cinecittà Digital Factory, può far limitare le spese di un cinema in provincia a due sole voci: la sala vera e propria (nella totalità dei casi esistente, spesso solo da ristrutturare) e lo schermo che, a seconda della lunghezza, può costare dai 30 mila a 70 mila euro. «I film sono questione che ci deve appartenere», dice Rosario Trefiletti, presidente della Federconsumatori, «hanno a che fare con il consumo degli italiani e con la loro cultura. In tempi di crisi il cinema tiene, è un rito collettivo e dal prezzo certo. E noi con questa iniziativa abbiamo la speranza di contribuire a frenare l’abbandono dei paesi da parte dei giovani». Nei Comuni che abbracceranno il “nuovo cinema in provincia” saranno gli spettatori a scegliere i film, all’interno di un pacchetto di trenta opere inedite. «Offriremo qualità e prime visioni privilegiando quelle opere che altrove non passano, gli autori italiani che restano in sala neppure una settimana», dice Rita Baldini del dipartimento Cultura della Federconsumatori. «Siamo convinti di offrire un nuovo canale distributivo anche ai produttori classici. Con la platea potenziale dei paesi italiani, nove milioni di persone, contribuiremo ad aumentare gli incassi del box office». Nel ritrovato luogo sociale oltre ai film si potranno vedere concerti di Natale e di Vasco Rossi, partite di calcio e di rugby. Il prezzo del biglietto sarà in linea con la filosofia dell’iniziativa: «Al massimo quattro euro».
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