Nuova stretta europea sui conti pubblici

Loading

BRUXELLES – La crisi dei debiti sovrani è una minaccia. Bisogna accelerare i piani di risanamento e rafforzarli, raccomandano i Grandi d’Europa al termine del consiglio Ue di Bruxelles: serve una stretta sui conti; il deficit deve scendere sotto il 3%. Perciò, per il 2012 in molti paesi la manovra di aggiustamento dovrebbe essere «ben al di sopra dello 0,5% del Pil». L’indicazione riguarda gli Stati che «fronteggiano ampi deficit strutturali o hanno livelli di debito pubblico molto alto o in rapida crescita». Lo spagnolo Zapatero promette subito che prenderà  «misure aggiuntive». Il premier italiano Berlusconi, viceversa, dice solo: «Tutto bene, tutto come previsto». Eppure questa indicazione, se volessimo tradurla in termini di Pil nazionale, equivarrebbe almeno a 8 miliardi di euro. L’Italia conta di arrivare l’anno venturo ad un deficit del 2,7%; le ultime previsioni di Bruxelles (autunno 2010) indicano per il 2012 un disavanzo italiano al 3,5% a politiche invariate. Solo a metà  aprile però si conosceranno i calcoli esatti, quando il ministro Tremonti (come gli altri) dovrà  presentare un aggiornamento del programma di stabilità  con le nuove cifre e le eventuali correzioni. Certo è che l’Europa, pressata com’è dai tanti scricchiolii dei paesi euro – la Grecia, l’Irlanda e ora pure il Portogallo – vuole affrettare il rientro dei conti. Per Lisbona i partner s’attrezzano al peggio: è già  pronto un piano di salvataggio da 75 miliardi, se necessario. Ecco, in questo contesto quel «ben oltre» lo 0,5% di aggiustamento strutturale annuo, insieme al varo di un set di norme di rigore che va sotto il nome di «patto euro plus», è stato aggiunto nel negoziato tra i capi di Stato e di governo proprio per imprimere un giro di vite ai partner più indisciplinati. Non a caso il Cancelliere Angela Merkel lo definisce «un messaggio politico» ai mercati. Vi aderiscono pure sei nazioni che nell’euro ancora non ci sono, ma vogliono coordinarsi: Danimarca, Bulgaria, Lettonia, Lituania, Polonia e Romania. Tra le mille norme della nuova governance c’è anche quella che obbliga i paesi euro a presentare a Bruxelles i piani di risanamento nazionali prima che siano approvati dai vari Parlamenti: è il «semestre europeo», iniziato a gennaio, voluto per meglio coordinare le politiche economiche. Per chi fuoriesce dal percorso virtuoso scattano multe e sanzioni (non automatiche). Questo è ciò che si legge sui documenti del vertice. Non è scritto invece che quel «ben oltre» è e sarà  materia di negoziato politico. Tremonti per esempio ha ottenuto che nella valutazione del debito dei paesi – e a maggior ragione dell’Italia – siano considerati anche i «fattori rilevanti». Nel caso italiano, il risparmio privato, la riforma delle pensioni, banche sane e pure un timing del debito pubblico, più orientato sulle scadenze medio-lunghe. Perciò, secondo il ministro, l’Italia ha sì un alto indebitamento, ma i «fattori rilevanti» ne mitigano la portata. L’altra notte s’è pure raggiunta l’intesa sul nuovo «fondo monetario europeo» (Esm) che dal 2013 sostituirà  l’attuale cassaforte salva-stati, usata per tamponare i guai greci e irlandesi: avrà  un capitale iniziale di 80 miliardi, diviso in 5 rate uguali, spalmate in 5 anni, come chiesto da Berlino. Per l’Italia sono1 5 tranche da 2,8 miliardi ciascuna.


Related Articles

I timori di Vik utopia

Loading

Vittorio si concedeva pochi svaghi. Un po’ di esercizio fisico in palestra e, a sera, una shisha, il narghilè, se possibile sulla spiaggia di Gaza city, in compagnia di un paio dei tantissimi amici che aveva nella Striscia. Da qualche mese si accompagnava spesso con Khalil Shahin, un ricercatore del «Centro per i diritti umani», con il quale avviava le lunghe conversazioni sui possibili sviluppi della situazione, a partire dal blocco israeliano per finire alle dinamiche sociali.

Guerra in Ucraina: 8 anni più 2, oligarchi contro classe operaia

Loading

Bisognerebbe domandare ai minatori delle kopankas se hanno più paura degli orchi russi o dei nazisti ucraini, e se credono che la vittoria degli uni o degli altri modificherebbe la loro condizione di sfruttati

“La crisi? Ridateci i Colonnelli”

Loading

Grecia, domani un voto da brivido. Sono accreditati di un 5,4 per cento Per loro «Hitler è stato un grande leader». Nella sede del partito neonazista che potrebbe entrare in Parlamento: “Noi fermeremo gli immigrati”

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment