Nuova fuga radioattiva a Fukushima valori 100 mila volte oltre i limiti

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TOKYO – Eppure sono gravi le ultime notizie dalla centrale nucleare di Fukushima, danneggiata dal doppio cataclisma dell’11 marzo scorso. Anzi, gravissime. E’ soltanto al telegiornale delle 19, quello diffuso dalla rete Nhk, che i giapponesi apprendono quanto è accaduto poche ore prima all’impianto sulla costa nord-occidentale del Paese: il livello di radioattività  nell’edificio del reattore 2 ha ormai raggiunto una soglia che è 10 milioni di volte superiore alla norma. Un dato abnorme, raccapricciante. Troppo. A tarda sera, la Tepco, la compagnia che gestisce l’impianto, convoca una conferenza stampa d’urgenza per smentire: il livello di radioattività  sarebbe “soltanto” 100mila volte superiore al consentito. L’anomalo valore provoca comunque l’immediata fuga dei tecnici che stavano cercando di riavviare il sistema di raffreddamento, lasciando nuovamente la centrale incustodita. Nel vano tentativo di tranquillizzare i giapponesi, un portavoce della Tepco dichiara che i dati sulla radioattività , alti ma non altissimi, si riferiscono all’acqua confinata nel circuito interno di raffreddamento del reattore 2, isolata perciò dall’ambiente esterno. «Il personale che ha svolto l’operazione è stato subito fatto evacuare, come prevedono le regole per la sicurezza, per ridurre al minimo i tempi di esposizione ed evitare l’accumulo nell’organismo». Oggi, nella confusione sui valori e sugli scenari riguardanti la catastrofe nucleare in atto, gli specialisti, siano essi fisici, medici nucleari o giornalisti scientifici, dicono tutti più o meno la stessa cosa. Confermano anzitutto i dati resi noti dall’Autorità  giapponese per la sicurezza nucleare, secondo cui nel reattore 2 sarebbe avvenuta una parziale fusione del nocciolo. Inoltre, per la prima volta definiscono quanto sta accadendo a Fukushima un incidente “severo”, e insistono sull’urgenza di individuare l’origine della perdita di contaminante. La paura ha frenato i tentativi di messa in sicurezza dell’impianto, proprio nel momento in cui era previsto il passaggio dalle autobotti dei pompieri alle pompe elettriche per iniettare acqua nei reattori e accelerare così i tempi di raffreddamento. Infatti, il livello di radioattività  riscontrato all’interno degli edifici dei reattori pone gravi rischi per la necessaria rimozione dell’acqua. A quei valori di radioattività , l’esposizione per quattro ore di un essere umano aumenta il rischio di morte entro 30 giorni, perché implica la distruzione dei globuli bianchi del sangue. E’ quindi necessario trovare il modo di pompare via l’acqua “pesante” senza far avvicinare troppo gli addetti. Intanto, nel mare di fronte all’impianto di Fukushima, il livello di iodio radioattivo ha superato di oltre 1.850 volte i limiti legali (due giorni fa li superava di 1.250 volte). Sull’incidente si è espresso anche Yukiya Amano, capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, dicendo che la sua maggior preoccupazione sono le barre di combustibile usato stoccate nelle vasche di raffreddamento. L’ex diplomatico giapponese ha anche dichiarato che «non è infatti chiaro se abbiano avuto successo gli sforzi per impedire che le barre prendano fuoco rilasciando grandi quantità  di materiale radioattivo». Amano si è detto infine convinto che il governo di Tokyo non stia nascondendo informazioni, sostenendo quello che diversi analisti ripetono da giorni: spesso le informazioni non arrivano alla popolazione perché sono gli esperti stessi che brancolano nel buio. Ieri mattina, nel quartiere di Ginza, che ospita le boutiques più eleganti di Tokyo, ha sfilato un centinaio di persone. Scandiva slogan come «Non abbiamo bisogno del nucleare», nell’infastidita indifferenza di chi la prima domenica di primavera era alla ricerca di un ramoscello di ciliegio fiorito, cercando di dimenticare per qualche ora l’incubo di una futura apocalisse.


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