Nidi, cresce l’accoglienza. ”Produttivi” i fondi del piano nazionale

by Sergio Segio | 25 Marzo 2011 13:54

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NAPOLI – Cresce l’accoglienza nei nidi e nei servizi integrati italiani 0-3, privati compresi, “produttivi” i fondi stanziati dal governo per il Piano nazionale nidi triennale. Lo confermano i dati del dipartimento della politiche per la famiglia, che ne misurano l’efficacia e l’applicazione. Varato dal governo con un finanziamento di 446 milioni nel 2007, cui si sono aggiunti circa 281 milioni di cofinanziamento locale, il piano mira a  adeguare il sistema nazionale agli standard europei, per arrivare alla copertura territoriale del 33% entro il 2010, come fissato dal Consiglio europeo di Lisbona del 2000.
Sono state impegnate quasi tutti le risorse statali previste per il triennio e  già  erogati 392 milioni. Hanno ricevuto i fondi di tutte e tre le annualità  19 tra regioni e province autonome; restano indietro la Campania e il Friuli Venezia Giulia, che tuttavia dovrebbero ottenere ormai in tempo brevi le risorse mancanti. Il finanziamento per il prossimo triennio è di 100 milioni di euro per la creazione di nuovi posti e la gestione di quelli creati, oltre alla formazione e al miglioramento della qualità  dei servizi; la nuova intesa è stata sancita lo scorso 7 ottobre in Conferenza unificata.

Accoglienza al 17,8% tra  nidi e servizi integrati. Il dato considera anche i servizi privati e dunque si discosta da quello Istat, che al 2008 rilevava un aumento di circa 30 mila posti nei soli servizi pubblici, per una copertura al 12,7%. Saranno probabilmente disponibili in aprile i nuovi dati nazionali, che completano il monitoraggio parziale (dati 2009), dedicato solo al Sud. Vi è comunque una sottostima nel monitoraggio, poiché i dati sono parziali e provengono da sistemi informativi non omogenei. La percentuale di presa in carico varia sul territorio nazionale: sopra il 15% al Centro Nord (a esclusione di Bolzano), vicine a questo dato Abruzzo e Molise, mentre Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta più vicine al 33%.

Crescono i servizi integrativi, ma il nido resiste. Il nido tradizionale (16%), sia pubblico che privato, è quello più richiesto dalle famiglie e risponde maggiormente ai bisogni. I servizi integrativi si attestano intorno al 2-3%, ma è soprattutto in questo ambito che alcune regioni, soprattutto al sud, non hanno dati certi. E’ l’assistente domiciliare il servizio integrativo  più diffuso (intorno al 20%), presenta in tutte le regioni, anche se sottolinea, Roberta Ceccaroni del Dipartimento della politiche per la famiglia, non si tratta di un servizio destinato ad affermarsi per gli alti costi, quasi equivalenti a quelli del nido.

Crescono al Sud i servizi privati. L’accoglienza nei servizi privati o affidati al privato in convenzione supera di poco il 5% e è in crescita anche al Sud. “Le regioni – sottolinea Ceccaroni – devono essere protagoniste, sapere cosa c’è sul territorio e esercitare una funzione di governance e controllo”. La partnership tra pubblico e privato è dunque “il futuro, ma anche il presente in molte regioni”. E proprio al Sud il governo rivolge un’attenzione particolare: dal 2006 al 2013 destinati 375 milioni per le otto regioni del mezzogiorno per la prima infanzia.

Il governo parla di “una misura di fortissimo impatto e di impulso” e il bilancio è giudicato positivo: “Grazie al Piano straordinario sono partiti e si stanno realizzando in tutti i territori i Piani regionali che, non senza alcune difficoltà , perseguono lo sviluppo sia in termini di incremento quantitativo che di crescita qualitativa del sistema integrato dei servizi per la prima infanzia.- sottolinea il Dipartimento delle politiche per la famiglia – In molti casi il Piano è stata anche l’occasione per predisporre o aggiornare la normativa regionale di settore, che definisce gli standard qualitativi dei servizi”. (cch)

 

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