Napolitano: gli Usa diedero opportunità  ai nostri emigranti

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Dice così, il capo dello Stato, e chissà  se ha in mente, tra tante altre, anche l’ultima emergenza sulla quale a Roma si polemizza: quella dei profughi dal Nord Africa. Ora, sarà  un caso, ma proprio mentre perfino a New York i mass-media rilanciano le notizie della nostra nuova «difficoltà » , lui ricorda un vecchio e sperimentato modello d’accoglienza e integrazione degli immigrati. Il modello americano. Un esempio che, per il modo in cui lo cita, sembra un’indicazione dello spirito giusto da far lievitare intorno a questo tipo di problemi. Cioè l’atteggiamento inclusivo che incontrarono i quattro milioni di nostri connazionali «costretti a lasciare la propria terra» e approdati a Ellis Island in successive ondate dalla fine dell’Ottocento e che consentì loro di costruirsi (certo «con dolore e sudore» ) un futuro qui. Il presidente ne parla a un pranzo con 150 personaggi influenti, in buona parte italo-americani, riuniti al St. Regis di Manhattan per festeggiare il 150 ° anniversario dell’unità  nazionale. Spiega: «L’Italia è grata agli Stati Uniti per le opportunità  che hanno saputo offrire ai nostri cittadini. L’America, ben lontana dalle rigidità  di struttura della società  europea di quegli anni, è stata capace di premiare il duro lavoro e l’impegno, di promuovere gli avanzamenti sociali, di celebrare il self made man. Più in generale, l’America è riuscita a creare un intenso legame di appartenenza e condivisione dell’individuo e a riconoscere al contempo il suo diritto alla felicità » . Ecco, è forse questo il riferimento più appropriato da tenere presente, secondo Napolitano. Gli ultimi sbarchi di Lampedusa sono ovviamente una faccenda diversa e che, se non altro per l’imprevedibilità  e per il fatto di essere concentrati in una piccola isola, non consente paragoni con la strategia d’apertura (ma programmata e controllata) praticata allora dagli Usa. Ma è comunque un fenomeno che un grande Paese dovrebbe saper governare anzitutto con solidarietà  â€” pare il suo retropensiero— senza dividersi in tignosi distinguo. È l’unico cenno interpretabile in chiave di attualità  politica, di un discorso concentrato sul Giubileo laico della nazione. Una riflessione che apre ringraziando il presidente Obama per aver reso omaggio al compleanno dell’Italia con un solenne atto parlamentare.


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