Milano, in due anni oltre 360 sgomberi di campi rom. Le associazioni: “Si cambi rotta”

by Sergio Segio | 22 Marzo 2011 14:31

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MILANO – In due anni oltre 360 sgomberi di campi rom: per 68 associazioni ed enti del terzo settore di Milano è troppo, tanto da sottoscrivere un appello in cui chiedono alla Giunta Moratti di cambiare rotta. Nell’appello, presentato oggi alla Camera del Lavoro, definiscono gli sgomberi “illegali” e “un grosso dispendio di risorse pubbliche”. “Le abitazioni  e i pochi altri beni personali dei rom sono arbitrariamente distrutti”, i bambini “sono costretti a interrompere la frequenza scolastica”. Secondo un’inchiesta condotta dal mensile Terre di mezzo del giugno 2010, sono costati circa 5 milioni e 400mila euro.

Il piano Maroni per “l’emergenza nomadi” ha stanziato nel 2008 per Milano 13 milioni di euro. “Le risorse per aiutare le famiglie rom e sinte ci sono – sottolinea Corrado Mandreoli, responsabile del dipartimento politiche sociali della Camera del lavoro -. Ma siamo al paradosso che il Comune si vergogna di spenderli perché se risolvono il problema poi non sanno più con chi prendersela. Si spendono milioni di euro per distruggere le baracche, perseguitando le famiglie che non fanno altro che spostarsi in altre zone delle città , da cui prima o poi vengono mandate via”. Tra le associazioni firmatarie, Casa della Carità , Padri Somaschi, Cgil Milano, Cnca, Libera, Gruppo Abele, Avvocati per niente, Asgi, Anpi e gli scout Agesci.

Secondo il censimento del 2008 effettuato dalla Prefettura di Milano, sono circa 800 le persone che vivono in campi abusivi. “In questi anni abbiamo dimostrato che è possibile il loro reinserimento sociale -afferma don Massimo Mapelli, vicepresidente della Casa della Carità  -. Con il nostro aiuto molti hanno trovato casa e lavoro. Gli sgomberi invece non fanno altro che aumentare la tensione”.
Hanno firmato l’appello finora anche una quarantina di personalità  della cultura e delle professioni di Milano. Tra loro anche l’intellettuale ebreo Bruno Segre: “La nostra storia di ebrei ci autorizza a schierarci contro questo scandalo degli sgomberi. L’uso della forza dell’amministrazione comunale è il segno della sua debolezza”.

Gli sgomberi hanno conseguenze collaterali. Sui 36 bambini del campo di via Rubattino sgomberati più volte negli ultimi due anni, solo 16 frequentano ancora le scuole del quartiere (via Pini e via Feltre). “C’è un bambino che ora vive in un insediamento vicino a Pavia -racconta una delle volontarie del comitato ‘Mamme e maestre Rubattino’, nato per aiutare i rom che si erano accampati prima nell’ex edificio dell’Enel e poi nei capannoni dell’ex Innocenti- e ogni giorno viene comunque nelle nostre scuole”. I medici volontari del Naga non riescono più a curare i rom: “Con questa serie di sgomberi le famiglie si sistemano in luoghi sempre più nascosti -racconta Norina Vitali-. Con il nostro camper facciamo fatica a trovarli e la loro salute è sempre più a rischio”. Chi vuole sottoscrivere l’appello può mandare una  mail a scendiamoincampo@gmail.com oppure gaggini@libero.it. (dp) 

 

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