“Manifesto per un welfare del XXI secolo”: ecco le priorità
ROMA – “La promozione massiccia in tutto il Paese dei servizi per l’infanzia, definire i livelli essenziali delle prestazioni sociali, arrivare ad un reddito minimo per i poveri, riformare gli ammortizzatori sociali garantendo a tutti una decente protezione dalla perdita del lavoro e rilanciare il sistema pubblico dell’istruzione, motore del futuro”. Sono queste le cinque priorità per il Paese individuate dal “Manifesto per un welfare del XXI secolo” promosso dalla Rivista delle Politiche sociali e presentato questa mattina durante una conferenza stampa presso la Federazione nazionale della stampa italiana a Roma. Un documento, spiegano gli organizzatori, che vuole essere anche un’azione di sensibilizzazione. “Un Manifesto del welfare per dare voce alla protesta sociale sui limiti e sui tagli attuati in maniera quasi violenta da questo governo nel corso dell’ultimo anno – ha affermato Maria Luisa Mirabile, direttrice della rivista -. Tagli che hanno raggiunto l’80% del già modesto ammontare stanziato in Italia per queste politiche. Alcuni dei fondi, poi, non sono stati ridotti ma totalmente azzerati. Per questo noi intendiamo offrire questa piattaforma comune per dare voce alla protesta sociale”.
I tagli al sociale sono tristemente noti, spiegano gli autori del manifesto, e comparando il Fondo di bilancio previsto per il 2011 con quello del 2008 “si passa da 2 miliardi e 527 milioni a circa 538,3 milioni. Per non parlare delle modifiche che il decreto Milleproroghe ha apportato ai criteri di assegnazione della già discutibile social card”. Un quadro, quello presentato questa mattina, che vede il “sistema di servizi pubblici alla persona carente e diseguale”, ma che rischia di aggravarsi ulteriormente. “Basti pensare – spiegano – che nel 2008 solo nel 51% dei comuni italiani era presente un asilo nido e solo il 12,7% dei bambini si è avvalso di un servizio socio-educativo pubblico”.
Il manifesto prese tanto questa mattina, però non è soltanto una condanna alle scelte dell’attuale governo, ma propone anche un insieme di interventi e riflessioni necessarie. “Noi respingiamo con fermezza l’attuale approccio governativo al welfare – ha spiegato Ugo Ascoli, del Comitato scientifico della rivista -. Approccio volto a delegittimare e colpire un welfare pubblico, volto a promuovere l’idea che le politiche sociali siano un lusso che non possiamo permetterci, a demolire il principio della cittadinanza sociale”. Tra gli ambiti su cui è necessario oggi lavorare, invece, il denominatore comune e il welfare di cittadinanza.
“Riteniamo che il nostro sistema di welfare debba essere rivisto e non demolito – ha aggiunto Ascoli – per affrontare i nuovi rischi sociali e garantire le condizioni di una piena cittadinanza sociale”. Tra gli obiettivi individuati, aggiunge Ascoli, quello di “rendere meno vulnerabile e meno fragile il tessuto sociale italiano. Ridurre l’esclusione sociale, a partire dai giovani e dalle donne e i livelli delle disuguaglianze. Vogliamo che si investa sulle giovani generazioni e si cominci a valorizzare i meriti, per davvero e non a parole. Per contrastare il degrado di istruzione e sanità , per ridurre le distanze crescenti tra il welfare del sud e quello del nord e per promuovere una politica complessiva e lungimirante dell’immigrazione”.
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