Londra, sfilano in 500mila contro la scure di Cameron

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«Sei come la Thatcher», lo slogan più urlato. Mezzo milione di persone contro il governo Cameron e contro i tagli alla spesa pubblica nel Regno Unito. Perché, se in Gran Bretagna stanno per chiudere biblioteche, centri di assistenza, ambulatori medici, scuole, musei di provincia e asili nido, i cittadini di Sua Maestà  scendono in piazza, organizzati dai sindacati confederali del Trades Union Congress nel giorno della “Marcia per l’alternativa”. Per la Metropolitan Police 300mila persone, per laBBC400mila, per gli organizzatori addirittura 500mila. Il lungo serpentone viola – qui è questo il colore dei sindacati di massa – che ieri mattina ha sfilato dalle rive del Tamigi fino ad Hyde Park ha costituito la più grande manifestazione britannica dal 2003, anno in cui in centinaia di migliaia scesero in piazza contro la guerra in Iraq. Nonostante le violenze isolate – vernice contro alcune banche, catene commerciali, negozi di Oxford Street costretti a chiudere per lanci di bottiglie e altri oggetti, almeno una persona arrestata e una decina di feriti – quella di ieri nel principale parco londinese è stata anche la prima grande occasione pubblica per Ed Miliband, leader del Labour Party e dell’opposizione. «Oggi marciamo nel segno della storia – ha detto Miliband dal palco, mentre una leggera pioggia scendeva sul più vasto prato di Londra – il governo Cameron dirà  che siamo una minoranza: ecco,non potrebbero sbagliarsi di più». La coalizione guidata dai Tories e dai Lib-Dem ha messo in bilancio95 miliardi di sterline di tagli per i prossimi cinque anni. E, dal primo aprile, giorno di inizio del nuovo anno finanziario, migliaia di realtà  in tutto il Paese saranno costrette a chiudere. Ad ascoltare Miliband, infermieri di Liverpool, maestre d’asilo di Edimburgo, assistenti sociali di Haringey, uno dei council – i Comuni– più tartassati di tutto il Regno Unito. «Non permetteremo la distruzione del servizio sanitario nazionale e del nostro sistema scolastico – ha continuato Miliband – perché chiudere i centri per l’infanzia quando le banche continuano a fare i loro affari di sempre? Noi rigettiamo la loro ideologia: il deficit sicuramente va ridotto, ma ciò non può essere fatto a scapito delle famiglie e della gente che lavora». Mentre Miliband parlava, qualche anarchico – qui anche gli anarchici sono organizzati, con tanto di cartelli e striscioni – urlava «Dicci che cosa pensi della guerra». Perché, in realtà , nella manifestazione di ieri c’era un po’ di tutto. Dai pacifisti ai movimenti gay, dal movimento dei disabili – che, secondo alcuni studi, saranno fra i più colpiti dai tagli – alle associazioni di ex alcolisti. E non mancavano tante famiglie con passeggini, ad Hyde Park, mentre un chilometro più in là , nelle vie dello shopping, qualche facinoroso spaccava le vetrine o tentava di occupare il Fortnum and Mason, regno della gastronomia di lusso a Piccadilly. Tanti i delegati dei sindacati italiani. Fra questi anche Antonio Morandi, dell’ufficio Europa della CGIL di Milano. «Siamo qui perché la loro lotta è anche la nostra lotta. L’austerity sta attraversando tutta l’Europa ma noi non vogliamo stare con le mani in mano. Anche per questo, inviteremo i sindacati britannici al prossimo sciopero generale italiano».


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