«L’energia dell’acqua per salvare 15 villaggi»

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Dati allarmanti e su cui riflettere rilanciati in questi giorni in cui si è celebrata la giornata mondiale dell’acqua (22 marzo) e che ci dicono come la risorsa naturale per eccellenza sia umiliata e indifesa di fronte all’avanzata del «progresso» nel mondo. E proprio in occasione di queste giornate Giorgio Armani ha lanciato un’iniziativa con la Green Cross International (Ong fondata nel 1992 da Mikhail Gorbaciov, presidente italiano onorario Rita Levi Montalcini) con l’obiettivo di fornire di acqua i villaggi e le scuole del Ghana, una cascata da 40 milioni di litri in su, attraverso un’operazione sofisticata lanciata sul web. In sostanza chi — fino al 31 maggio — compra i profumi Acqua di Giò e Acqua di Gioia già  dona 100 litri di acqua potabile, poi può andare sul sito Acqua for Life e ancora su Facebook dove trova altri modi per contribuire ulteriormente. Acqua è in italiano nella campagna, nella convinzione che sia destinata a diventare nuova parola di immediata comprensione internazionale, come dolce vita, cinema, pizza? «Sarebbe una parola di speranza, il segno di un nuovo benessere: acqua, non ha un bel suono?» . Per Armani, che l’ha scelta dal 1996 come simbolo per i suoi profumi, l’acqua ha qualcosa di magico: «Purifica, possiede una meravigliosa freschezza e vitalità . Rappresenta il simbolo stesso dell’energia, ma sa anche calmare e addolcire» . E d’altra parte per lui, nato e cresciuto a Piacenza, vicino al Po, le narrazioni e le migliori madeleine dell’infanzia sono legate proprio al suo scorrere. «Una piccola città  vicino al più grande fiume italiano, circondato da campi irrigati, ruscelli, canali. Sono ricordi di una vita normale che, a guardarli con gli occhi di chi all’acqua non ha accesso, immagino possano sembrare eccezionali» . Quando ha lanciato Acqua di Giò pensava che sarebbe stata una hit mondiale per così lungo tempo? «Ero convinto che avrebbe avuto successo perché sviluppa un archetipo molto forte. Per di più, all’epoca del lancio rappresentò una vera rivoluzione olfattiva. Certo, che Acqua di Giò diventasse un simile longseller (è ancora oggi al primo posto) era imprevedibile» . E adesso è nata l’idea di questa grossa operazione che coinvolge i social network contemporanei: questo vuol dire che anche la moda deve trovare nuovi canali di comunicazione, come ha già  fatto la politica, per esempio durante la campagna presidenziale di Obama? Meglio insomma comunicare direttamente con le community, saltando i canali tradizionali come stampa e tv? «Per quanto mi riguarda, ogni mezzo di comunicazione è interessante e offre possibilità  diverse, non sostituisce quelli precedenti. Si aggiunge e amplia la platea in termini di visibilità » . Come è il suo parco-giochi tecnologico: Mac o Pc, iPhone o Blackberry, che mix usa? «Dunque vediamo. Ho il telefonino e uso molto l’iPad. Per me un vero strumento di lavoro perché lì guardo, in tempo reale, le immagini, le presentazioni, i video, i layout. Fantastico» . Nel circolo virtuoso che si vuole creare fra Nord e Sud del mondo con questa iniziativa c’è l’aiuto economico, ma anche il coinvolgimento dei villaggi del Ghana (alla costruzione di pozzi e cisterne parteciperà  tutta la comunità , due persone saranno istruite per la manutenzione): «Credo molto nella responsabilizzazione dei singoli» dice Armani. «Di chi dà  e di chi riceve, per gettare le basi di una crescita vera» . Nel nostro Occidente invece è alla ribalta il tema della bellezza contemporanea, e del problema del corpo delle donne, di cui parlano libri e video: un corpo che si vuole omologato, magro, levigato, sempre giovane, molto scoperto: si può parlare di vestire/coprire i corpi senza essere accusati di moralismo, di essere noiosi e bacchettoni? «La retorica del corpo spesso è più eloquente delle parole, ma non bisogna lasciarsi sopraffare. Ho sempre rivendicato misura ed equilibrio come elementi fondamentali del mio stile. Anche perché ritengo che l’estetica sia un riflesso dell’etica. Sono radicato nelle memorie del classicismo, di una vita piena, essenziale, che conserva le proprie radici» .


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