by Editore | 24 Marzo 2011 8:13
Restano aperti quindi solo quattro scenari – e ribadisco quattro: 1. la Germania accetta di alzare il limite della sua responsabilità ; 2. la crisi del debito dell’eurozona rientra da sola grazie alle politiche di austerità e agli impegni esistenti; 3. un default/ristrutturazione/riscadenzamento del debito; 4. i leader della Ue rinnegano il principio dell'”a qualunque costo” rendendo possibile lo smembramento. Lo scenario 1 è a mio avviso da escludere perché la Germania, di fronte a un qualsiasi tentativo dei suoi politici di estendere il limite della responsabilità , insorgerebbe. Nello scenario 2, gli ottimisti sostengono che per l’austerità si paga sì un costo, ma esso è inferiore a quello delle alternative. Non ne sarei tanto sicuro. L’austerità produrrebbe un risultato se la crescita globale continuasse, se la Bce acconsentisse allo sforamento del tetto dell’inflazione, se i tassi del mercato e i livelli della liquidità tornassero a quelli pre-crisi, se la correzione del mercato immobiliare in Spagna e in Irlanda, per esempio, fosse improvvisamente superata. Grecia e l’Irlanda, per esempio, potrebbero evitare la bancarotta solo se si verificasse l’intera serie di queste alquanto improbabili condizioni. Alla possibilità che tutte queste circostanze si verifichino non attribuirei una probabilità superiore al 10%. Lo scenario 3 è quello chiaramente preferito dall’establishment politico. Il meccanismo europeo per la stabilizzazione è stato concepito proprio tenendo presente questa eventualità e le garanzie non sono il suo unico elemento di salvaguardia. Integrandolo con una condivisione con gli investitori privati del peso della ricapitalizzazione bancaria, si potrebbe portare il totale dei fondi destinati all’alleggerimento il debito dai 750 miliardi di euro dei fondi ufficiali a 1.000-2.000 miliardi. Tuttavia, chiedere un contributo al settore privato pone dei rischi ed è potenzialmente costoso. I governi alla fine potrebbero trovarsi nella situazione di dover salvare i sistemi bancari nazionali e la Bce. La soluzione della complessa equazione tra il costo aggregato dei trasferimenti inter-paese, i salvataggi degli istituti finanziari domestici e il costo politico di queste operazioni potrebbe eccedere ciò che è politicamente accettabile. Ora supponiamo che le probabilità di uno smembramento dell’eurozona – lo scenario 4 – fossero zero. Se gli scenari 1 e 2 avessero insieme una probabilità di non più del 10%, allora quella dello scenario 3 supererebbe il 90%, certamente troppo per uno scenario così incerto. Quindi le probabilità dello scenario 4 non possono essere uguali o vicine allo zero. Nonostante l'”a qualunque costo”, a causa del panorama della politica economica, che non è destinato a migliorare, esse si sono moltiplicate. Si veda, per esempio la molto efficace campagna di Marine Le Pen, in testa nei sondaggi, per un ritiro dall’euro. Quello che sostengo è che se la Germania mantiene ferma la sua posizione sulla responsabilità limitata, e penso che lo farà , la probabilità di uno smembramento dell’area euro non può più essere considerata trascurabile. (Traduzione di Guiomar Parada)
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