Le verità nascoste tra soldi e petrolio
Il feretro è accompagnato da una folla di disincantati cittadini che hanno altre fonti e non credono a quanto viene propinato dalla politica e dalla propaganda. L’azione militare in Libia non è soltanto umanitaria: è un tentativo di riscrivere la mappa degli interessi energetici in Nord Africa. Lo sviluppo può essere una stabilità con nuovi equilibri (ed equilibristi) o una balcanizzazione dell’area. Francia e Gran Bretagna hanno approfittato dei moti popolari e delle provocazioni di Gheddafi pensando di trarre vantaggi da entrambe le conclusioni. Gli Stati Uniti tentennano perché non capiscono l’Africa e l’Italia si è giocata qualsiasi chance puntando sul cavallo sbagliato e poi dichiarandolo bolso. Gheddafi è dunque l’obiettivo. Non è vero che avremmo volentieri fatto a meno di intervenire o che non potessimo negare le basi. Siamo in una coalizione per nostra volontà e avremmo potuto eccepire sull’uso delle nostre basi per operazioni non condotte dalla Nato. Non è vero che è opportuno passare il comando alla Nato perché garantisce unità o il coordinamento e perché ci esonera dalla verifica della rispondenza delle operazioni militari al mandato Onu. Il comando delle operazioni alla Nato rischia di provocarne la frattura interna e di sancirne il ruolo di fornitore di servizi bellici a pagamento. Il coordinamento auspicato non è il comando e la Nato non garantisce il rispetto dei mandati (vedi Afghanistan), anzi tende a cronicizzare le operazioni. Inoltre, è incredibile che si sia detto che ci riprenderemo il comando delle basi: se lo abbiamo ceduto ad altri abbiamo fatto una indebita cessione di sovranità . Così come non è credibile che i nostri aerei non debbano sparare per proteggere i civili libici e sopprimere le minacce. Infine, non si può credere a chi rimpiange Gheddafi perchè ci dava petrolio e soldi e ci proteggeva dall’invasione scalza. Il colonnello gestiva soldi, petrolio e traffici di migranti per il suo interesse, esattamente come aveva gestito il terrorismo. Oltre a chi comanda e a chi dovrà guidare la Libia del dopo-Gheddafi bisogna anche inventarsi qualcosa di più credibile per giustificare sia la guerra sia la complicità con i tiranni.
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