Lampedusa, i ragazzi tunisini fanno lo sciopero della fame
LAMPEDUSA – «Sono qui da due settimane e come me altri ragazzi. Non possiamo stare in questo stato di abbandono, senza poterci lavare. Vogliamo andare via da qui, a Lampedusa è un inferno». Protestano i “ragazzi di Lampedusa”, i 230 minori giunti nell’isola a bordo di barconi senza genitori né parenti. E da ieri hanno deciso di uscire allo scoperto, rifiutando la colazione del mattino e il pranzo. Perché in questa situazione – dicono – è impossibile vivere anche per disperati che hanno rischiato la vita per raggiungere l’Italia. Qualcuno ha inghiottito una lametta, altri si sono tagliati i polsi. E a fatica i volontari di Save the Children e i funzionari di polizia che “governano” il Centro di accoglienza ormai ridotto a un vero e proprio immondezzaio tentano di frenare la protesta. Che potrebbe allargarsi a macchia d’olio provocando problemi seri per la sicurezza di tutti. «Hanno rifiutato il cibo perché vogliono andare via – dice un addetto alla sicurezza del Centro di accoglienza – e abbiamo avuto serie difficoltà per convincerli a prendere il pasto. Ma molti hanno continuato a rifiutarlo, nonostante la fame con cui sono arrivati in Italia». Tanti ragazzi non si possono lavare da giorni, altri sono scalzi, altri non hanno un letto. E ora si teme che la protesta dei minorenni possa coinvolgere anche gli adulti che vagano per l’isola in cerca di un riparo per la notte e di un pezzo di pane per sfamarsi. Il numero degli extracomunitari è arrivato ieri a 5.500 persone, più degli stessi abitanti di Lampedusa, anche loro sotto pressione, che da settimane protestano inutilmente in cerca di una soluzione che possa “liberare” l’isola ormai occupata dai tunisini e dalle forze dell’ordine. Il ponte aereo che a giorni alterni trasferisce centinaia di immigrati verso altri centri dell’Italia non serve a niente. Ogni duecento che ne partono, 400 cento ne arrivano. E anche ieri ne sono partiti 350 ma a intervalli di poche ore l’una dall’altro a Lampedusa sono approdate barche e pescherecci con oltre 700 persone. Una soluzione potrebbe essere la creazione di nuovi centri di ospitalità . «Gli immigrati dovrebbero essere trasferiti in alcuni siti della Difesa in Sicilia e Puglia dove dovrebbero essere allestite delle tendopoli», ha detto ieri il sindaco Dino De Rubeis dopo una telefonata con il Quirinale. «La nave San Marco farà la spola da Lampedusa portando di volta in volta un migliaio di migranti verso due destinazioni»
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