La Merkel ammette “Effetto nucleare sulla mia sconfitta”

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BERLINO – «È stata una disfatta dolorosa, dobbiamo trarne i giusti insegnamenti e tirare avanti». Così, scura in volto ma vaga nelle parole, la cancelliera Angela Merkel ha commentato la disfatta in stile Stalingrado del suo governo alle elezioni di domenica in due dei 16 Stati della Repubblica federale. Solo la videoconferenza con Obama, Cameron e Sarkozy sulla Libia l’ha consolata: i Grandi cercano di riportare la Germania nel gioco, non l’Italia di Berlusconi. Ma sul fronte interno il centrodestra tedesco può solo raccogliere i suoi cocci. Nessun rimpasto di governo, ha precisato la Cancelliera. E con pessimo stile si è preoccupata di scaricare ogni responsabilità  della sua disfatta sulla catastrofe nucleare giapponese. «Dopo Fukushima le mie idee sul nucleare sono cambiate a fondo», ha detto. Ma non ha saputo uscire dal suo temporeggiamento tattico, fragile essenza del suo potere: ha promesso un «profondo ripensamento», ma non un impegno a indicare date precise per l’addio al nucleare. Che invece secondo il ministro dell’Ambiente, democristiano come la Merkel, va accelerato. Il centrodestra tedesco è nel caos, l’Unione europea intera (sempre richiamata all’ordine nei conti pubblici o nella lotta all’immigrazione clandestina da Berlino) incassa conseguenze di grave instabilità  politica continentale.


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MILANO – È stato il quesito che ha raggiunto il maggior numero di “no”. Ma quel 5,3% di italiani che hanno, comunque, votato a favore del ritorno al nucleare sono in ogni caso ben poca cosa, seppelliti da quel 94,7% che dovrebbe aver sancito il definitivo addio all’atomo. Ad essere state abolite dal terzo quesito sono le norme che avrebbero consentito la produzione nel territorio nazionale di energia nucleare.

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