La crisi ha prodotto 110 mila stranieri disoccupati

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VENEZIA – La crisi ha colpito duro la popolazione straniera residente in Italia: il numero degli immigrati disoccupati è salito di 110 mila unità  dal settembre 2008, attestandosi oggi complessivamente a 265 mila persone. Il tasso di disoccupazione, che nell’ultimo biennio ha registrato +3,1%, raggiunge l’11,4%, mentre per gli italiani si ferma all’8%. In questo quadro a tinte fosche si inserisce il possibile arrivo di 50 mila profughi dalla Libia, in base agli accordi di ieri tra ministero dell’Interno, regioni, province e comuni. La Fondazione Leone Moressa, che oggi ha presentato i dati, avverte che “lo stato di disoccupazione prolungato rischia di far cadere gli stranieri nell’irregolarità , poiché il lavoro è la condizione necessaria per il regolare soggiorno in Italia”.

Secondo le stime, i nuovi ingressi rappresenterebbero l’1,2% degli stranieri già  presenti in Italia. Le regioni più direttamente toccate sarebbero la Lombardia, che con 10.264 persone accoglierebbe il 20,5% dei profughi, la Campania (circa 6mila persone, 12,2%), il Lazio (5.935 profughi, 11,9%) e il Veneto (5.132 accoglienze, 10,3%). “La stima – spiegano i ricercatori della Fondazione – è stata calcolata seguendo il criterio di mille profughi ogni milione di abitanti, senza tener conto delle regioni escluse dal ministero nelle quali è già  forte la pressione migratoria (Sicilia, Calabria e Puglia) e dell’Abruzzo a causa del recente evento sismico”. In alcune regioni, anche se in termini assoluti il numero di profughi accolti sarà  minore, l’incidenza rispetto alla popolazione diventerà  particolarmente significativa: è il caso della Sardegna dove i 1.747 profughi rappresenterebbero il 5,2% della popolazione straniera già  residente nell’isola. Dati simili valgono anche per la Basilicata (4,7%), la Campania e il Molise (4,1%).

Questi previsti arrivi si scontreranno con la dura realtà  della carenza di posti di lavoro, che si fa sentire soprattutto in regioni come Basilicata (tasso di disoccupazione al 18,9%), Piemonte e Valle d’Aosta (15,4%) e Liguria (13,8%). “Il piano di accoglienza si inserisce in un momento di particolare stress per il mercato del lavoro straniero – sottolineano i ricercatori –. Dal 2008 la crisi ha lasciato senza lavoro oltre 35 mila stranieri in Lombardia, 17.600 in Emilia Romagna e 17.100 in Piemonte e Valle d’Aosta. Questa situazione deve far riflettere su un nuovo ruolo della politica migratoria che, tra le altre cose, tenda a privilegiare, ove possibile, l’assunzione di stranieri già  presenti nel territorio ma che hanno perso il lavoro a causa della crisi” . (gig)

 

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