“La crisi ha fatto dimenticare i poveri”: la denuncia delle ong cattoliche

by Sergio Segio | 29 Marzo 2011 16:39

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BRUXELLES – “Disgraziatamente i leader mondiali non hanno collocato i poveri al centro dei loro sforzi continui per rallentare e bloccare la crisi economica mondiale”. Da questa considerazione parte il rapporto 2010 del Cidse, una piattaforma di 16 grandi ong cattoliche per lo sviluppo europee e nord americane (tra loro il coordinamento italiano di ong Focsiv). La scelta, tanto nella Ue che negli Stati uniti, di puntare esclusivamente sul recupero della stabilità  economica interna, un obiettivo peraltro ancora non raggiunto e che ha determinato come effetto collaterale un deciso aumento della disoccupazione, ha avuto – sostiene il Presidente del Cidse Chris Bain – effetti “ancora peggiori” sulle “donne e gli uomini poveri dei paesi in via di sviluppo”.

La crisi economica ha di fatto reso ancor più complesso il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio per lo sradicamento della fame nel mondo. Oltre a questo ritardo ormai incolmabile – la data limite era stata fissata per il 2015 – il Cidse punta il dito contro la decisione di non includere nelle conclusioni del vertice di revisione degli Obiettivi, tenutasi all’Onu, “le referenze ai diritti umani e al diritto allo sviluppo”.

Se su base globale gli Obiettivi del Millennio appaiono sempre più lontani, lo stesso discorso vale anche per la Ue. Il rapporto raccoglie lo studio Aidwatch presentato a luglio a Bruxelles dall’associazione Concord in cui si dichiara “che gli Stati membri continuano senza rispettare i propri obiettivi relativi all’aiuto ufficiale allo sviluppo”. In questa gara a fare meno, l’Italia brilla per essere la meno generosa tra i paesi della vecchia Ue a 15. Quanto al nascente Servizio di azione esterna della Ue, di fatto il ministero degli esteri in mano all’Alta rappresentante Catherine Ashton, il Cidse chiede che “lo sviluppo non deve converrtirsi in un mero strumento al servizio della politica geostrategica e di sicurezza della Ue”.

A queste lacune, europee e globali, si sono sommati fenomeni atmosferici, quali alluvioni e siccità , e disastri naturali, su tutti il terremoto ad Haiti, che hanno aumentato – direttamente o indirettamente per gli effetti sui prezzi delle materie prime agricole – l’esposizione alla povertà  di diverse migliaia di persone. Per quel che riguarda le note positive, il Cidse sottolinea l’appoggio sempre più consistente che sta raccogliendo la Tassa sulle transazioni finanziarie, i passi in avanti, per quanto faticosi e limitati, nella strategia globale contro il riscaldamento del pianeta e i progressi del commercio equo e nelle normative per la responsabilità  sociale ed ambientale delle multinazionali.

In questa situazione di risorse sempre più limitate, il rapporto del Cidse rileva come ci sia inoltre da superare un approccio diverso tra finanziatori pubblici e organizzazioni non governative sull’efficacia, e quindi la gestione, degli aiuti allo sviluppo. I primi puntano sull’erogazione dell’aiuto e sulla gestione, mentre le seconde spingono per un ruolo centrale della stessa società  civile come motore del proprio sviluppo. Un confronto che ha un appuntamento preciso per quest’anno: il IV Forum di Alto Livello della Ocse di dicembre in Corea del Sud. (Alberto D’Argenzio)
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  1. Leggi il rapporto: http://www.cidse.org/uploadedFiles/Publications/Publication_repository/CIDSE%202010%20Annual%20Report_English.pdf

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