Intervento militare in Libia: il dissenso dei paesi dell’America Latina

by Editore | 26 Marzo 2011 8:56

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E, come sempre in tempi di guerra, le notizie dei giornali e delle reti generaliste sono pressochè simili. Ci si scambia presunti autorevoli ospiti da intervistare, si mandano in onda servizi con le stesse immagini – effetto della globalizzazione dell’informazione o tentativi di manipolazione dell’opinione pubblica – per far credere alla casalinga di Voghera[1] che la guerra è l’unica soluzione.

Oltre gli appelli delle associazioni pacifiste che denunciano che “così non si difendono i diritti umani[2]”– e basta un po’ di buon senso per capirne le ragioni – ci sono anche una serie di paesi che dichiarano il loro “no alla guerra”, chiedendo maggiore voce in capitolo nelle decisioni così rilevanti e mettendo in discussione l’organo internazionale più importante che dal 1948 a oggi ha fatto il bello e il cattivo tempo: ilConsiglio di Sicurezza della Nazioni Unite[3].

Sono i paesi dell’America Latina, alcuni dei quali siamo abituati a chiamare emergenti, ma che ormai sono emersi e reclamano l’attenzione che finora non gli è stata concessa, Brasile in primis.

La neo-presidente Dilma Rousseff ha affermato[4] martedì scorso che il suo paese è a favore di una soluzione pacifica del conflitto. “L’intervento militare sta avendo l’effetto contrario a quello desiderato e anziché proteggere i cittadini libici provocherà  più morti” – ha dichiarato la Roussef da Manaus. E ha specificato che “Non è solo una nostra posizione, ma è anche quella di Germania, Cina, India e Russia”. Tutti i paesi che si sono astenuti nella votazione dello scorso 17 marzo[5], e gli ultimi tre insieme a Brasile e Sudafrica fanno parte del BRIC[6], il gruppo dei paesi emergenti che sta cercando di guadagnare sempre più spazi[7] negli appuntamenti internazionali.

La Roussef ha quindi aggiunto che “Non ci potrà  essere un Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite riformato senza che paesi come India e Brasile abbiano un posto come membri permanenti. Il Brasile oggi è la settima economia mondiale, tra pochi anni saremo la quinta, la quarta o forse la sesta, ad ogni modo non è concepibile un Consiglio di Sicurezza riformato senza che questo paese abbia un seggio permante”.

Anche Daniel Ortega presidente del Nicaragua ha chiesto[8] “che termini l’aggressione contro la nazione nordafricana, che si finisca con le bombe e si promuova un meccanismo di dialogo”. E anche lui si è espresso sulla decisione del Consiglio di Sicurezza: “Se sono decisioni che mettono a rischio tutto il mondo sarebbe più logico che queste decisioni vengano prese dall’Assemblea Generale e che i 192 paesi decidano dopo una discussione”.

Dall’Uruguay anche Pepe Mujica si è unito al coro dei contrari affermando[9] che “Pretendere di salvare vite umane con i bombardamenti è un controsenso inspiegabile” aggiungendo che “questo attacco implica un retrocedere dell’ordine internazionale vigente”.

Negli ultimi giorni oltre a Brasile, Nicaragua, Venezuela e Uruguay, anche Argentina, Bolivia ed Ecuador hanno condannato l’intervento armato, mentre è appoggiato da Perù e Colombia, quest’ultima votando la risoluzione come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza.

Il gruppo dei paesi dell’ALBA[10] (Alianza Bolivariana de Nuestra America) con il Venezuela in testa, aveva persino proposto una mediazione[11] qualche giorno prima che venisse votata la risoluzione n.1973, ma è stata lasciata cadere nel vuoto dalla comunità  internazionale che invece ha preferito l’alba dell’odissea.

Nonostante questo, la crisi libica – che ha risollevato le voci per un’effettiva riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dei suoi meccanismi decisionali – appare come il preludio che indica che stavolta, forse, siamo finalmente all’alba di qualcosa di nuovo. Che tutti ci auguriamo non sia l’ennesima poltrona riservata a chi può decidere di dichiarare la guerra.


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Endnotes:
  1. casalinga di Voghera: http://www.unimondo.org/Notizie/La-casalinga-di-Voghera-e-il-sottosegretario-Stefania-Craxi
  2. così non si difendono i diritti umani: http://www.perlapace.it/index.php?id_article=6224
  3. Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite: http://it.wikipedia.org/wiki/Consiglio_di_sicurezza_delle_Nazioni_Unite
  4. ha affermato: http://www.prensa-latina.cu/index.php?option=com_content&task=view&id=274110&Itemid=1
  5. votazione dello scorso 17 marzo: http://www.unimondo.org/Notizie/Libia.-Medio-oriente.-Attenzione!-Non-c-e-solo-il-cap.-VII-della-Carta-dell-Onu
  6. BRIC: http://it.wikipedia.org/wiki/BRIC
  7. guadagnare sempre più spazi: http://www.unimondo.org/Notizie/Paesi-emergenti-quando-il-Pil-non-risolve-tutto
  8. ha chiesto: http://www.telesurtv.net/secciones/noticias/90668-NN/brasil-y-nicaragua-abogan-por-una-solucion-pacifica-a-conflicto-en-libia/
  9. affermando: http://www.telesurtv.net/secciones/noticias/90625-NN/uruguay-se-suma-al-rechazo-contra-agresion-imperialista-sobre-libia/
  10. ALBA: http://it.wikipedia.org/wiki/Alleanza_Bolivariana_per_le_Americhe
  11. proposto una mediazione: http://www.telesurtv.net/secciones/noticias/90009-NN/alba-inicia-gestiones-para-realizar-propuestas-de-mediacion-en-conflicto-de-libia/

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/03/intervento-militare-in-libia-il-dissenso-dei-paesi-dellamerica-latina/