Difficile l’affidamento per gli stranieri. In comunità sono il doppio degli italiani
ROMA – Al 31 dicembre 2008 i bambini e adolescenti fuori famiglia erano circa 30.700. Per fuori famiglia si intende fare riferimento a quei minori che vivono al di fuori del nucleo familiare originario, bambini e adolescenti in affidamento familiare o accolti nei servizi residenziali. I dati sono tratti dal monitoraggio annuale del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza (http://www.minori.it/), in stretto accordo con regioni e province autonome. E sono stati riportati dal sito www-neodemos.it.
Ma chi sono i bambini e ragazzi fuori famiglia? Dei 15.200 bambini e ragazzi in affidamento familiare, oltre il 16% sono stranieri. Di questi, uno su quattro è un minore straniero non accompagnato (msna), per 622 msna affidati complessivamente (questa definizione indica il minore di età che non ha cittadinanza italiana o di altri stati dell’Unione europea che, non avendo presentato domanda di asilo, si trova nel nostro Paese privo di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili).
Dei 15.500 minori accolti nei servizi residenziali, invece, la percentuale di stranieri è pressoché doppia, pari almeno a un terzo del totale.
Emerge, evidenzia Neomedos.it, che l’essere fuori dalla famiglia colpisce più gli stranieri che non gli italiani, e anche che, per gli stranieri, è relativamente più probabile entrare nei servizi. Fra i bambini e ragazzi fuori famiglia italiani, l’affidamento familiare è, infatti, la forma di allontanamento prevalente. Fra i minori stranieri, e ancor più fra i msna, l’accoglienza nei servizi residenziali è, invece, preponderante: solo un minore straniero su tre e un msna su cinque sono in affidamento familiare, a fronte di un minore italiano su due.
In percentuale, gli italiani in affidamento sono il 52,9% mentre il 47,1% si trova nei servizi residenziali; per gli stranieri, quelli in affidamento sono il 36,6% a fronte del 63,4% nei servizi; i minori stranieri non accompagnati sono in affidamento per il 21,5% dei casi, il 78,5% è dirottato negli istituti.
L’affidamento familiare presenta una parità sostanziale fra maschi (52%) e femmine (48%), mentre fra gli accolti nei servizi residenziali prevalgono i maschi (60%).
Inoltre, l’affidamento familiare mostra una prevalenza di minori in età pre-adolescenziale e adolescenziale; invece, i minori accolti nei servizi residenziali sono in prevalenza di età relativamente elevata: ben 4 su 10 minori accolti hanno fra i 15 e i 17 anni. Mette in evidenza Neodemos.it come questa concentrazione di adolescenti sia, in parte, da attribuirsi ai minori stranieri non accompagnati, prevalentemente tra i 16 e i 17 anni di età , e destinati in gran parte verso questa forma di sistemazione. (ep)
© Copyright Redattore Sociale
Related Articles
Roma, sgomberati 500 rom: ai bambini negata la scuola elementare
Fassina, candidato sindaco a Roma per la sinistra, scrive alla Commissione Ue: “Violati i diritti umani. Serve un piano governativo per evitare la segregazione”
Cgil: “Un piano straordinario per aumentare l’occupazione dei disabili”
La richiesta al governo: investimenti specifici per l’occupazione e per la formazione finalizzata al reinserimento lavorativo. Secondo l’ultima relazione al parlamento, il numero dei disabili che lavorano è diminuito del 34%
Usa 2016 L’elezione di Trump è colpa del flop di Obama sul welfare
Intervista a Michael Gecan, uno dei community organizer più influenti degli Stati Uniti d’America. “I democratici erano sicuri della vittoria ma nel frattempo stavano perdendo il proprio bacino elettorale, la classe operaia”, spiega