Conti correnti, l’Abi attacca la Ue “Bruxelles sbaglia, i costi sono scesi”

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ROMA – Le banche italiane si difendono. Anzi contrattaccano e ne hanno per tutti: Commissione europea, sindacati, consumatori. A partire dai costi dei conti correnti che l’Abi, l’associazione delle banche, considera in linea con l’Europa, addirittura in calo. La scintilla per l’ultima polemica, in un clima già  teso dopo l’avvio la settimana scorsa di un’indagine dell’Antitrust sui costi dei servizi allo sportello, è stata l’audizione al Senato del direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini. Per prima nel mirino è finita la Ue. Sabatini ha sottolineato come «tra il 2006 e il 2011 il costo medio annuo del conto corrente bancario sia diminuito del 26% e a dicembre 2010 era pari a soli 114 euro». Dato di gran lunga inferiore ai 295 euro calcolati dalla Commissione europea che ha aperto un’inchiesta sui costi bancari. L’Abi contesta l’intero lavoro dell’Ue, considerato sbagliato dal punto di vista metodologico perché confronta i conti correnti a livello internazionale senza tenere conto delle diverse tipologie di utenti, del mercato e del regime fiscale. Il trend dei costi, ha spiegato Sabatini, continua a scendere. Tra giugno e dicembre 2010 sono diminuiti dell’1,7% e per chi usa Internet c’è un risparmio di quasi il 30%. Il costo del conto corrente risulta quindi pari a 129 euro per l’uso allo sportello e a 97 euro per l’uso on line. Guardando inoltre all’intero comparto dei servizi finanziari (conti bancari e postali più i costi dei finanziamenti) negli ultimi 5 anni l’aumento è stato «di appena il 3,3%», notevolmente inferiore a trasporti (+9,5%), istruzione (+9,7%), elettricità  e carburanti (+5,1%). La replica di Sabatini è anche per le associazioni dei consumatori che avevano accusato le banche di aver imposto una nuova tassa sul contante: in 8 conti correnti su 10 non viene applicata alcuna commissione sul prelievo allo sportello. E se la commissione viene applicata, questa è pari in media a 1,6 euro. Immediata controreplica dei consumatori. Per il Codacons il calo del quinquennio «è un dato incredibile» e anzi, rispetto al 2010, si prevede un aumento di 28 euro. Per Elio Lannutti dell’Idv «le affermazioni di Sabatini sono false e offensive per milioni di consumatori tartassati». Anche l’Aduc contesta i dati delle banche: la commissione sul prelievo allo sportello – afferma – è ora applicata dall’85% degli istituti. Da registrare anche la decisione del Tribunale di Roma che ha bocciato la richiesta di due class action contro Unicredit: il Codacons la accusava di aver reintrodotto di fatto la commissione di massimo scoperto. Scontro infine sul rinnovo del contratto dei bancari. I sindacati hanno chiesto un aumento di 204 euro. Netto il rifiuto dell’Abi: «Richieste impensabili, non proponibili e non correlate al momento storico».


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