CGIL: tassare gli ultraricchi porterebbe 18 miliardi l’anno
La Cgil spiega che un’imposta di questo tipo, «ispirata al modello francese», colpirebbe «solo il 5% più ricco e ricchissimo della popolazione e non toccherebbe nessun altro ceto e reddito». Del resto, come dice la leader Cgil Susanna Camusso, finora il governo «ha deciso di non fare per negare la crisi: è necessario cambiare una cultura secondo la quale l’unico modo di competere è quello di limitare i diritti dei lavoratori». ALIQUOTE La proposta è stata elaborata dal dipartimento politiche economiche del sindacato, in vista dello sciopero generale del 6 maggio. La tassa, come quella che in Francia chiamano «sulle fortune», colpirebbe «tutte le famiglie la cui ricchezza mobiliare e immobiliare, superi gli 800mila euro l’anno al netto deimutui e delle altre passività finanziarie », dice la Cgil. E ne sarebbe escluso chi, pur essendo proprietari di unao più abitazioni,nonchè depositi in conto corrente, titoli di Stato o altre obbligazioni, non raggiungano il limite indicato. La Cgil calcola circa 18 miliardi l’anno con una aliquota dell’1%. Ma «anche solo una aliquota media dello 0,55% (primo scaglione francese) sulla ricchezza netta totale, superiore agli 800mila euro complessivi, al netto delle detrazioni, detenuta da circa il 5% delle famiglie più ricche d’Italia, comporterebbe un gettito di 9,8 miliardi». Alcuni esempi, a prescindere dal reddito Irpef: chi è proprietario di una casa dove abita con un valore di 450mila euro, un’altra casa con un valore di 250mila euro ma che paga un mutuo su questa di 20 anni (per un montante di 150mila) e detiene anche 100mila euro tra depositi bancari, titoli di Stato, obbligazioni, azioni, partecipazioni, per un totale di 650mila euro, non sarebbe soggetto all’imposta. Mentre chi è proprietario di una casa dove abita con un valore di 500mila euro, un’altra casa di 300mila euro e detiene 100mila euro in depositi bancari, titoli di Stato e obbligazioni, azioni e fondi comuni di investimento, per un totale di 900mila euro, pagherebbe 8mila euro. La tassa «oltre a creare ingenti risorse per la collettività , avrebbe un effetto in termini di equità inun paese sempre più diseguale», ricorda la Cgil. Ogni indagine della Banca d’Italia rileva infatti, dal 1995ad oggi, che il 10% delle famiglie più ricche possiede quasi il 45% dell’intera ricchezza netta, a fronte del 50% della popolazione (la metà più povera) che ne detiene meno del 10%. In pratica, circa 2,4 milioni di famiglie posseggono mediamente quasi 1.600.000 euro di patrimonio immobiliare e finanziario, a fronte di12 milioni di famiglie che posseggono meno di 70mila euro. Il patrimonio del 5% più ricco è mediamente 2 milioni e 300mila euro.
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