by Editore | 29 Marzo 2011 7:16
TOKYO – L’incidente della centrale nucleare di Fukushima sembra ormai destinato a un epilogo apocalittico. Ci sono stati il sisma e lo tsunami, poi l’esplosione provocata dalla fuoriuscita d’idrogeno, infine una sequela di notizie sempre più inquietanti su parziali fusioni di noccioli nucleari, mortiferi livelli di radioattività e contaminazioni diffuse di cibo e acqua potabile. Anche ieri, i tecnici della Tepco, l’azienda che gestisce l’impianto, hanno annunciato un dato drammatico. Acqua altamente radioattiva è fuoriuscita da una turbina del reattore 2, lo stesso dove due giorni fa erano stati registrati livelli di radioattività centomila volte superiori alla norma. C’è adesso il timore che il liquido si possa disperdere nell’ambiente, andando a peggiorare una situazione già molto compromessa. Infatti, la turbina del secondo reattore dista solo una sessantina di metri dal Pacifico. E’ quindi probabile che il deflusso di acqua contaminata abbia già raggiunto il mare. In serata, sempre la Tecno ha anche rilevato tracce di plutonio nella centrale, rilasciato dal combustibile nucleare. Il plutonio è stato individuato nel suolo in cinque punti della centrale nucleare. L’Agenzia per la sicurezza nucleare, citata dalla Kyodo, ha fatto sapere che «non è noto quale reattore lo abbia rilasciato» e la «vigilanza sull’impianto deve essere rafforzata». L’altra pessima notizia comunicata ieri dalle autorità è in realtà la conferma di un terribile timore nato nei giorni scorsi, quello che sia in atto una fusione delle barre di combustibile. E’ quanto ha ammesso Yukio Edano, portavoce del governo di Tokyo, aggiungendo che questa sia pur parziale fusione è ancora “intermittente”, ma ha già fatto in modo che nell’acqua del secondo reattore si registrino alti livelli di radioattività . Edano ha poi criticato il pacchiano errore di valutazione della Tepco, secondo cui domenica scorsa la radioattività aveva raggiunto a Fukushima una soglia 10 milioni di volte superiore al normale. «Una tale gestione dell’informazione da parte della società è semplicemente inaccettabile», ha detto il portavoce. Altre polemiche sono state invece suscitate dall’assenza del presidente della Tepco, Masataka Shimizu che due settimane fa è stato costretto ad assentarsi per un malore «dovuto al troppo lavoro». Le ultime notizie sulla fuga di radioattività incontrollata dalla centrale danneggiata hanno intanto prodotto un nuovo crollo in borsa per l’azione Tepco, la cui quota si è ridotta di oltre due terzi dall’11 marzo scorso, giorno del doppio cataclisma. L’azienda è il più grande produttore di energia privata del mondo e, oltre a fornire elettricità alle 35 milioni di persone nella megalopoli di Tokyo, approvvigiona anche numerose fabbriche giapponesi. Per evitare improvvisi blackout, la Tepco è adesso costretta a ricorrere a tagli di potenza mirati e temporanei in diverse regioni del Paese. Sono cinquecento le fabbriche del nord-est del Giappone che hanno dovuto smettere di produrre, sia perché disastrate dal sisma, sia perché si trovano troppo vicine alla centrale nucleare. E’ il caso di uno dei maggiori produttori mondiali di vernici per auto, la Emd Chemicals, che ha chiuso lo stabilimento di Onahama, all’interno della zona evacuata per le alte radiazioni sprigionate dai reattori fuori controllo. Chrysler ha già informato la propria rete commerciale negli Stati Uniti che non potrà garantire la consegna di numerose vetture. Lo stesso dovrebbe presto accadere a Ford, Audi e Bmw. Ieri mattina è stata registrata una nuova, ennesima scossa sismica di magnitudo 6,5, cui è subito seguito l’allarme tsunami per la prefettura di Miyagi, già gravemente colpita tre settimane fa. Stavolta per fortuna l’onda anomala, alta appena mezzo metro, non ha provocato né vittime né danni. E’ stata questa l’unica giornata positiva della giornata.
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