2 aprile, piazze a prova di bomba

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È un compito che non può essere delegato alla politica, a questa politica, ma va assunto in proprio dai popoli e da questi, semmai, imposto alla politica. Le ragioni vere delle guerre sono sempre nascoste dai governanti perché la verità  è incompatibile con i bombardieri.
Prima ancora che la verità , la guerra uccide la ragione ed è proprio la ragione che dev’essere ritrovata. Solo espellendo la guerra dall’orizzonte sarà  possibile chiedersi onestamente quali siano le strade migliori per aiutare chi è vittima delle dittature, del terrorismo, delle pulizie etniche. Nel corso della trasmissione di Michele Santoro, Gino Strada ha invitato a rileggersi il manifesto del ’55 di Bertrand Russell e Albert Einstein contro la guerra che mantiene intatto tutto il suo valore.
Emergency ha fatto il primo passo assumendosi in proprio l’onere della proposta, rivolta a un paese che solo 8 anni fa era riuscito a mettere in campo il meglio di sé, avvolgendo l’Italia in milioni di bandiere della pace. Una sconfitta, perché la guerra è sempre una sconfitta come ci ricorda Strada, non deve assopire le coscienze. Se i cittadini e le cittadine sono i primi destinatari dell’appello di Emergency, la parola passa naturalmente alle associazioni e alle forze sociali che pur con approcci diversi hanno consolidato un punto di vista e delle pratiche opposte a quelle dei guerrafondai. Emergency insiste sull’esigenza di avviare un mutamento antropologico della mentalità  e della cultura e per questo, parlando della guerra al singolare, intendere condannare tutte le guerre. È evidente la distanza anni luce di questo approccio da quello che ha caratterizzato in questi giorni di guerra il confronto politico parlamentare, dove è sempre più difficile distinguere tra gli schieramenti.
Cosa sarà  la giornata contro la guerra del 2 aprile, come si manifesterà  nelle piazze? La risposta a questa domanda verrà  dalla qualità  e dalla quantità  di adesioni all’appello. La data ha già  fatto il giro delle forze più sensibili alla politica della pace e le prime adesioni sono già  arrivate, a partire dalla Fiom e dall’Arci. L’appuntamento potrebbe essere a Roma in una piazza importante, anche se c’è chi preferirebbe una giornata nazionale di mobilitazione nei territori. Gino Strada l’aveva promesso l’altro ieri sul manifesto: «Ci saranno altri appuntamenti contro la guerra. Ci stiamo lavorando».


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