2001-2010 VITTIME DI STATO

by Sergio Segio | 17 Luglio 2010 8:33

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Cosa hanno in comune Giuseppe Pinelli e Francesco Mastrogiovanni, Franco Serantini e Carlo Giuliani, Francesco Lorusso e Federico Aldrovandi, Fausto e Iaio e le vittime della scuola Diaz? Un anelito alla fratellanza, la lotta per una vita diversa, e insieme un prezzo troppo alto pagato per la libertà . Ma cosa li accomuna ad altre persone come Aldo Bianzino, Stefano Frapporti, Stefano Cucchi, Giuseppe Uva? Li accomuna una sordida repressione fino alla morte, una violenza subita dallo stato democratico (in modo diretto per lo più, oltre all’indiretta complicità  di coprire gli esponenti delle forze dell’ordine fino alla negazione della ricerca della verità ) che per questo risulta irrimediabilmente ammalato, e di una malattia grave: quella dei germi di un fascismo latente, duro a morire in una nazione come l’Italia troppo accondiscendente verso le sue culture storiche più profonde e antidemocratiche. Giunge così a puntino la manifestazione messa in piedi dal Comitato Carlo Giuliani, nell’anniversario del G8 genovese di 9 anni fa e della brutale repressione che ne seguì.

“Vittime di Stato: quale giustizia?” è il titolo dell’incontro di due giorni (con coda del ricordo di Carlo Giuliani nell’anniversario della sua morte e la presentazione dell’Annuario dei diritti globali), organizzato dal “Comitato Piazza Carlo Giuliani”, che si svolge a Genova nella Sala Incontri della Regione Liguria. Un percorso tra vecchio e nuovo, tra memoria del passato e memoria del presente; un tentativo di capire perché questa spirale perversa tra repressione e impunità  non viene mai spezzata del tutto in Italia nonostante alcune vittorie del movimento democratico. Si continua a morire nel nostro paese, e nel modo più inconcepibile, vittime sacrificali di classi dirigenti opportuniste (per essere gentili) che attraversano il tempo e una sostanziale impunità : muore ieri l’anarchico Giuseppe Pinelli scaraventato dalla questura milanese il 15 dicembre del 1969 e muore oggi l’anarchico Francesco Mastrogiovanni abbandonato e legato in modo disumano in un reparto del Tso di Vallo della Lucania il 4 agosto del 2009. Muore ieri (7 maggio 1972) l’anarchico Franco Serantini brutalmente picchiato dai poliziotti sul Lungarno a Pisa e muore oggi (20 luglio 2001) Carlo Giuliani, ammazzato dalla polizia durante i giorni di protesta contro il G8 genovese. Muore ieri a Bologna Francesco Lorusso (l’11 marzo del 1977), per mano dei carabinieri e con assoluta impunità  degli stessi, muore oggi a Ferrara (la notte del 25 settembre 2005) il giovane diciottenne Federico Aldrovandi massacrato di botte dai poliziotti. Muoiono ieri a Milano (la sera del 18 marzo 1978) Fausto e Iaio, alias Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, militanti del Centro Sociale Leoncavallo, uccisi con 8 colpi di pistola da fascisti, alcuni dei quali legati ai servizi deviati, vengono massacrati oggi (con ferite permanenti) i militanti dell’anti G8 a Genova nella scuola Diaz.
E se questi sono stati “colpevoli” di impegno politico, cosa c’entrano le morti di Bianzino, Frapporti, Cucchi, Uva, detenuti, cioè custoditi dallo stato democratico, mentre invece sono stati brutalmente massacrati e poi lasciati morire dai loro esponenti? Aldo Bianzino, 44 anni, viene arrestato per marijuana e tradotto nel carcere di Perugia il 12 ottobre 2007, due giorni dopo muore: sul suo corpo ecchimosi e segni di percosse. Stefano Frapporti, 48 anni, viene fermato il 21 luglio 2009 mentre sta in bicicletta a Rovereto e muore in carcere poche ore dopo in circostanze misteriose e sospette. Stefano Cucchi, 31 anni, romano, viene fermato il 15 ottobre 2009 e condotto nel carcere di Regina Coeli; muore il 22 e la famiglia ne denuncia l’uccisione mostrando anche delle foto del cadavere di Stefano in cui il giovane appare orrendamente tumefatto. Giuseppe Uva, varesino, è fermato ubriaco il 14 giugno 2008 da carabinieri e poliziotti. Morirà  per le percosse subite durante la notte.·
Giustamente invece, in questa manifestazione, i morti diversi e in diverse circostanze vengono qui accomunati come “vittime dello stato”, una cosa che dovrebbe far rabbrividire chi crede davvero nello stato democratico. A ricordare le vittime molti familiari e amici, ed esponenti di comitati che stanno svolgendo un lavoro egregio spesso lasciati soli dalle istituzioni. Per il cilentano Francesco Mastrogiovanni, il cui processo (ed è un’ulteriore violenza che si fa al maestro elementare anarchico) è stato rinviato al 30 novembre prossimo per vizi procedurali, parlerà  a Genova l’editore Giuseppe Galzerano in nome del comitato istituito per la ricerca della verità . «È importante che si cerchi di ricordare e non dimenticare – dice Galzerano – Abbiamo bisogno che la nostra democrazia impari il principio primo del rispetto verso le persone. E non mi riferisco soltanto ai medici e agli infermieri che hanno provocato la morte di Giovanni, ma soprattutto, negli altri casi, ai poliziotti e carabinieri che sono a guardia dello stato democratico e hanno quindi una funzione delicata, ed è gravissimo quando vengono meno a quella funzione. Andrò a parlare di Francesco, a dire chi era, che cosa gli è successo; ma anche alla miseria democratica che ci circonda: a Salerno, ad esempio, cioè nella città  in cui Francesco fu aggredito da fascisti in gioventù, si elevano monumenti ai fascisti nell’ipocrisia più sconvolgente».
A ricordare le vittime della violenza di stato e una giustizia per loro dura a realizzarsi saranno i familiari e i comitati che si battono e non si arrendono alla palude di una giustizia tanto più scandalosa quanto più deve decidere di persone semplici. E cioè, nella mattinata di oggi (ore 10,30) dedicata alle testimonianze di ieri: Silvia e Claudia Pinelli, Mauro Collina, le letture di testi della partigiana genovese Teresa Mattei, Maria Iannucci; tutti accompagnati da musicisti. Nel pomeriggio (ore 16,30) per le testimonianze sul carcere e altri luoghi di detenzione interverranno Giuseppe Bianzino, gli amici di Stefano Frapporti, i genitori di Stefano Cucchi, Maria Uva. In serata (ore 20,30), per le testimonianze di oggi, Enrica Bartesaghi ricorderà  le vittime della repressione alla scuola Diaz, Giuliano Giuliani ricorderà  Carlo, Patrizia Moretti per Federico Aldrovandi, Francesk Vukaj per Bledar Vukaj (giovane albanese massacrato nel 2003), Giuseppe Galzerano per Francesco Mastrogiovanni.

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LE INIZIATIVE Il 20 sui «luoghi del delitto», si legge anche Luigi Pintor
Musica e incontri in ricordo di Carlo
Domani (ore 10,30) c’è il forum “Dalla parte delle vittime” con don Andrea Gallo (comunità  S. Benedetto al Porto), Stefania Zuccari (Madri per Roma città  aperta), Gilberto Pagani (Avvocati Europei Democratici), Francesco Barilli (Reti In-visibili), Carlo Bachshmidt (segreteria Genoa Legal Forum), Italo Di Sabato (Osservatorio Repressione). Le giornate a nove anni dal G8 proseguono lunedì sera con un concerto al centro sociale Terra di nessuno con Luciano plus the messenjah band and the mighty turbulence in via Bartolomeo Bianco. Martedì, a nove anni esatti dalla morte di Carlo Giuliani, in mattinata ci sarà  un incontro al museo di Sant’Agostino per pensare al decennale del G8 nel 2011 e nel pomeriggio si terrà  il tradizionale appuntamento di musica, parole e riflessioni a piazza Alimonda dalle 15,30 in poi. Tra gli altri Renato Franchi e l’Orchestrina del suonatore Jones, Alessio Lega, Luca Lanzi e la Casa del vento e la compagnia teatro degli Zingari con ‘Luoghi del delitto” che presenta letture anche di ‘Lamento in morte di Carlo Giuliani’ e ‘Con il nome di mio figlio’. Tra gli autori letti anche Luigi Pintor e il suo “Servabo”, quanto mai a puntino in una manifestazione che esalta il ricordo e l’impegno. Per esempio in questo brano del libro: «Scritta sotto il ritratto di un antenato mi colpì, quand’ero piccolissimo, una misteriosa parola latina: servabo. Può voler dire conserverò, terrò in serbo, terrò fede, o anche servirò, sarò utile». 
Certamente sarà  utile, nella giornata di mercoledì 21 luglio, organizzata dal Comitato Verità  e Giustizia per Genova (inizio ore 17,30 presso l’Arci Zenzero di via Torti, 25), la presentazione dell’ “Annuario dei Diritti Globali 2010” con Lorenzo Guadagnucci, autore del libro “Noi della scuola Diaz”, che dialoga con il curatore dell’annuario Sergio Segio, Ciro Pesacane del Forum Ambientalista e Enrica Bartesaghi presidente del Comitato Verità  e Giustizia per Genova. Alle 21, tutti alla fiaccolata che parte da Piazza Martinez e si dirige verso la scuola Diaz.

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