“Pedofili e mafiosi, meglio che si suicidino”
ROMA – Il padano Gianluca Buonanno si è scaldato nella conferenza stampa convocata per illustrare la proposta di togliere la previdenza ai condannati di Cosa Nostra: «L’unica pensione che meritano questi animali di mafiosi è stare in galera a mangiare pane e acqua in mutande». Quindi, consegnatosi ai microfoni dei cronisti, il leghista componente dell’Antimafia ha commentato così il suicidio di Antonio Gaetano Di Marco, ex 41 bis che lunedì sera si è tolto la vita nel carcere di Catania: «Certo che se altri pedofili e mafiosi facessero la stessa cosa non sarebbe affatto male. Anzi… E sono sicuro che molti cittadini la pensano come me». Di certo non il Pd, che ha chiesto al ministro dell’Interno Roberto Maroni di censurare le «allucinanti» frasi di Buonanno, parlamentare piemontese e contemporaneamente vicesindaco di Borgosesia e sindaco di Varallo, già noto per aver disseminato per le strade poliziotti di cartone, per avere proibito l’uso del burka e del burkini e per avere inventato la dieta a punti.
E così la democratica Donatella Ferranti ha invitato Maroni «a prendere immediatamente le distanze dalle gravissime parole che fanno carta straccia della vita umana e alimentano un clima di intolleranza che non aiuta la legalità ». Il segretario d’aula Roberto Giachetti ha invece parlato di «teorizzazione della pena di morte volontaria». È intervenuta anche l’associazione Antigone, che ha sottolineato come «augurarsi il suicidio di una persona, detenuta per qualunque causa, è incivile e inumano. Ormai alcune forze politiche assomigliano più a orde barbariche che non a partiti moderni». Dal governo, e dunque nemmeno dalla Lega, nessuno ha condannato o difeso le parole di Buonanno, il quale ieri sera ha detto di essere stato «male interpretato» e ha parlato di «strumentalizzazioni per oscurare la serietà del Carroccio».
Che ieri si è intensamente occupato di mafia («ormai è un problema anche del nord», sottolineava un suo deputato) finendo puntualmente per litigare con il Pd. A ora di pranzo un gruppo di parlamentari della Lega, Buonanno compreso, ha presentato la proposta di levare la pensione ai condannati per terrorismo e criminalità organizzata (così come ai loro familiari condannati per favoreggiamento). «Un grande segnale di giustizia», ha affermato Marco Reguzzoni, capogruppo padano a Montecitorio. «Ci auguriamo che tutti i gruppi parlamentari convergano su una proposta di buonsenso, senza sterili polemiche», ha aggiunto Massimiliano Fedriga. Ma così non è stato. Anzi, la proposta ha scatenato una lunghissima querelle tra i due partiti. Visto che i democratici hanno bocciato il provvedimento liquidandolo come «pura propaganda» al contrario della proposta allo studio del Pd che mira a togliere la pensione «solo agli ergastolani o ai 41 bis che devono risarcire le vittime dei fatti per i quali sono stati giudicati». Ha replicato Carolina Lussana, tra i firmatari del progetto del Carroccio, bollando le obiezioni del Pd come «distinguo e i tecnicismi giuridici» di chi «tutela i mafiosi». Il pd Garavini a sua volta ha risposto che il Pd non prende lezioni di antimafia dalla Lega, che oltretutto «firmando il ddl sulle intercettazioni fa un favore alle cosche». Più soft verso i padani il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della commissione antimafia, che ha detto di aspettarsi dai leghisti «un contributo valido al di là di pronunciamenti retorici e demagogici» per risolvere un problema serio.
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