Istat: nidi, primato all’Emilia Romagna per utenti e diffusione

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È sempre quanto rileva l’Istat in una nota. L’analisi degli indicatori evidenzia differenze territoriali ancora notevolissime in riferimento all’offerta di asili nido, misurata in termini di bambini che beneficiano di strutture comunali o di integrazioni alle rette da parte dei comuni. Il Nord-est ha mantenuto livelli superiori di questo indicatore rispetto al resto d’Italia, con un incremento continuo dell’offerta comunale in tutte le regioni, che porta l’indicatore di presa in carico al 15,2% nell’anno scolastico 2008/2009. Anche al Centro si e’ registrato un aumento considerevole dell’offerta, che ha portato l’indicatore di presa in carico al 14,0% nell’anno scolastico 2008/2009.

In termini di bambini iscritti su 100 residenti fra zero e due anni, i comuni del Centro superano la media del Nord-ovest (12,9%) nell’arco di cinque anni. L’aumento e’ dovuto prevalentemente all’Umbria e al Lazio: nel primo caso la crescita si concentra soprattutto nell’ultimo anno, principalmente a causa del potenziamento dei contributi erogati dai comuni per l’abbattimento delle rette, che porta la regione a uno dei piu’ alti indicatori di presa in carico (18,6%); il Lazio mostra, invece, un incremento graduale, dall’8,5% del 2004 all’11,8% del 2008.

Permangono decisamente inferiori alla media nazionale i parametri riscontrati per le regioni del Sud e per le Isole, anche se si leggono alcuni segnali di miglioramento: la Basilicata, l’Abruzzo e il Molise registrano variazioni positive di oltre un punto percentuale per i bambini iscritti in rapporto ai residenti. La Puglia, pur mantenendo numerosita’ contenute in termini di utenti, ha incrementato il numero di comuni in cui e’ presente il servizio. Rimangono invece su livelli particolarmente ridotti gli indicatori di presa in carico della Campania (1,7%) e della Calabria (2,3%).

Dal punto di vista della presenza di un’offerta pubblica sul territorio, solo l’Emilia-Romagna supera l’80% di comuni coperti dal servizio, ma diverse regioni settentrionali hanno percentuali comprese fra il 60% e l’80% (Valle D’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Toscana). La Lombardia, l’Umbria, le Marche e la Provincia di Trento hanno percentuali comprese fra il 40% e il 60%, mentre a un livello piu’ basso di copertura (fra il 20% e il 40%) troviamo il Piemonte, la Liguria, il Lazio, l’Abruzzo, la Puglia, la Basilicata e la Sicilia. Nella fascia compresa fra il 10% e il 20% di comuni che offrono il servizio troviamo la Campania, la Calabria e la Sardegna, mentre solo in Molise la percentuale e’ inferiore al 10%.

Con riferimento all’indicatore di presa in carico dei bambini in asilo nido, l’Emilia-Romagna insieme alla Valle D’Aosta si trova nella classe piu’ alta (oltre il 20%). Nella categoria precedente (15%-20%) vi sono la provincia autonoma di Trento, la Toscana e l’Umbria; il Piemonte, la Lombardia, il Friuli-Venezia Giulia, la Liguria, le Marche e il Lazio si collocano tra il 10% e il 15%; la provincia autonoma di Bolzano, l’Abruzzo, la Basilicata, la Sicilia e la Sardegna hanno tassi compresi fra 5% e 10%, mentre le restanti regioni del Mezzogiorno registrano valori al di sotto del 5%. (DIRE)

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