by Sergio Segio | 15 Giugno 2010 14:06
ROMA – La zona del Sahel in territorio ciadiano sta attraversando una delle peggiori crisi alimentari degli ultimi anni. Medici Senza Frontiere (Msf) chiede di incrementare e accelerare le operazioni di assistenza umanitaria per rispondere ai bisogni della popolazione più vulnerabile, soprattutto dei bambini sotto i 5 anni di età . La scarsità di precipitazioni, i mancati raccolti, l’aumento del prezzo delle derrate alimentari, il rapido esaurimento delle riserve di cibo e il difficile accesso ai servizi sanitari, sono alcuni dei fattori che hanno contribuito all’innalzamento dei livelli di malnutrizione. Nella regione di Hadjer Lamis, una recente analisi dello stato nutrizionale mostra che più del 5% dei bambini sotto i 5 anni di età soffre di malnutrizione acuta e rischia di morire. Oggi, in questa sola regione, circa 5mila bambini hanno urgente bisogno di assistenza alimentare. “Siamo molto preoccupati per il numero di bambini gravemente malnutriti che stanno visitando i nostri operatori: quasi 3 mila bambini sono rientrati nei nostri programmi nel mese di maggio”, spiega Benoit Kayembe, Coordinatore medico per le emergenze di Msf in Ciad.
L’attuale aumento della malnutrizione è un campanello di allarme perché siamo soltanto all’inizio della cosiddetta “stagione della fame”. Molti bambini rischieranno di diventare gravemente malnutriti nelle prossime settimane, ovvero prima del prossimo raccolto previsto per il mese di ottobre. Le autorità nazionali e gli altri organismi locali e internazionali, hanno iniziato ad affrontare questa grave crisi alimentare, ma nonostante i numerosi sforzi, molte comunità ancora non ricevono alimenti e assistenza nutrizionale. Msf chiede che venga rafforzata l’assistenza umanitaria immediata in tutte le aree colpite dalla crisi per rispondere ai bisogni della popolazione più vulnerabile, soprattutto dei bambini sotto i 5 anni di età .
Msf sta attualmente portando avanti una serie di interventi per l’emergenza nutrizionale nelle regioni di Hadjer Lamis, Batha, Guéra, Salamat e Quaddai, così come nella capitale N’Djamena. Le attività si sviluppano nei centri terapeutici nutrizionali, attraverso visite ambulatoriali e ricoveri, e nelle prossime settimane è prevista una distribuzione di cibo per più di 60mila bambini. Il Ciad non è il solo paese che sta attraversando questa crisi alimentare. Il numero dei bambini malnutriti sta infatti aumentando in molti paesi ubicati nella regione del Sahel. In Niger, Mali, Burkina Faso e Sudan Msf ha iniziato programmi per l’emergenza nutrizionale e ha rafforzato quelli già esistenti. Medici Senza Frontiere lavora in Ciad dal 1981. Attualmente fornisce assistenza medica alla popolazione residente e agli sfollati ad Abéché, Adé, Kerfi and Dogdoré, così come ai rifugiati provenienti dai vicini Sudan (Darfur) e Repubblica Centroafricana.
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